Si era diffusa la settimana scorsa attraverso un quotidiano la notizia che un dirigente regionale, in forma anonima, aveva presentato un esposto alla Procura, contenente la comunicazione via mail che l’assessore regionale Chiara Caucino (con deleghe su Famiglia, Sociale, Casa, Pari Opportunità) ha inviato a dirigenti e funzionari, invitandoli a fornire dati e informazioni a chi li richieda, previa valutazione preventiva dell’assessore, attraverso il suo ufficio di comunicazione.

Norme nazionali, Statuto, leggi e regolamenti regionali prevedono il libero accesso agli atti per i cittadini e, a maggior ragione, per coloro che hanno responsabilità di governo in una pubblica amministrazione. 

Immediata la reazione dei consiglieri di opposizione. Monica Canalis del Pd annuncia che scriverà “un’email molto dura al presidente del consiglio Allasia”, facendo presente che gli uffici di Caucino e anche quelli di Icardi (l’assessore alla sanità) non hanno ancora risposto ad alcune sue richieste di accesso ai dati dei minori fuori famiglia al 31 dicembre, del numero di posti vuoti nelle Rsa Covid free, sulla spesa regionale per gli assegni di cura, sul risparmio della Regione nel 2020 per i mancati inserimenti in convenzione nelle Rsa. Dati e informazioni necessari per vigilare sull’operato della maggioranza, che è il mestiere di ogni seria opposizione.

La risposta dell’assessore, almeno in questo caso, non si è fatta attendere. E consiste in un duro attacco a chi, secondo lei, intende infangare il suo operato. In una nota diffusa dal suo ufficio di comunicazione, l’assessore dichiara che “non accetta di subire gli effetti della macchina del fango e rimanda al mittente tutte le accuse, annunciando provvedimenti molto severi, in tutte le sedi opportune, verso chi ha diffuso una notizia falsa, tendenziosa e gravemente lesiva dell’onorabilità della sua persona e del suo ruolo e nei confronti dei consiglieri”.

“Intendo riaffermare il principio di legalità – continua – in modo da mettere fine, una volta per tutte, al malcostume di certi consiglieri e di taluni funzionari, di poter ottenere dati e informazioni anche sensibili al telefono senza poter, peraltro, identificare ufficialmente il chiamante. Sarebbe opportuna l’adozione di un regolamento ancora più rigoroso, per tutti i dirigenti e funzionari oltre che ricordare alle opposizioni che la legge deve essere rispettata sempre. E’ troppo facile credere pedestremente a un articolo di giornale zeppo di falsità, senza verificare la verità dei fatti, e scatenarsi contro la sottoscritta con improbabili comunicati stampa diffamatori e infamanti: si tratta di persone evidentemente impreparate che invito – onde evitare magre figure di fronte ai colleghi e all’opinione pubblica – a ripassare con attenzione norme e regolamenti, visto il ruolo pubblico che ricoprono. “La legge è uguale per tutti”, in Regione Piemonte, non è soltanto uno slogan: difenderò la correttezza del mio operato con tutti i mezzi a disposizione e in tutte le sedi”.

Ma l’ultima parola, a questo punto, spetta al pubblico ministero.

Silvia Cotto