Con una lettera inviata alla segreteria piemontese della Lega, ai militanti della provincia di Asti e al commissario della Lega Andrea Giaccone il presidente della provincia Paolo Lanfranco annuncia il suo addio al partito.

“Dopo più di tre decenni di adesione al movimento politico Lega Nord, e in esito ad una lunga riflessione condizionata da indelebili ricordi e non priva di sentimenti contrastanti, è giunto il momento di prendere atto di come la mia permanenza risulti ormai inconciliabile e fonte di reciproco imbarazzo, per ragioni che afferiscono la linea politica nazionale e, soprattutto, a causa di profonde divergenze in ordine al modo di intendere il ruolo del partito nel contesto istituzionale locale – scrive Lanfranco -. É noto come la Provincia, ente di cui ho cercato di tutelare la dignità e l’autonomia, sia stata a più riprese destinataria di attacchi irrituali da parte di rappresentanti di altre istituzioni locali. Non è il caso di ricostruire quanto avvenuto, a tutti noto, ma il fatto che non sia mai arrivata una presa di posizione ufficiale e pubblica da parte dei vertici astigiani della Lega lo considero un preoccupante sintomo di inconsapevolezza del ruolo che dovrebbe assolvere il partito nella governance territoriale, di arrendevole soggezione e, permettetemelo, una ingenerosa scorrettezza nei miei confronti”.

E aggiunge: “L’incarico di Presidente della Provincia e quello di Presidente dell’Unione delle Province del Piemonte mi ha peraltro portato a riscontrare in questi anni, con profonda amarezza e delusione, una distanza insanabile di questa Lega da quell’attenzione sostanziale alle Autonomie locali che costituiva la base del progetto federalista e della mia originaria convinta adesione al partito”.

Lanfranco non nasconde infine che dietro le questioni specifiche lo hanno portato a questa scelta ci sono “le recenti scelte, discrezionali e irragionevoli, con cui sono stati di fatto penalizzati i servizi sanitari territoriali nell’area villanovese ed i servizi di soccorso 118 nel nord Astigiano”.

“L’indisponibilità all’ascolto, al confronto, all’elaborazione partecipata e critica, alla ricerca di possibili soluzioni equilibrate e condivise, rende ai miei occhi inaccettabile questo metodo di agire politico, prima ancora delle specifiche decisioni – ha concluso -. Credo si possa fare politica, si debba fare politica, con onestà intellettuale, con mitezza, e con coerenza. Ho provato fino all’ultimo a contribuire alla vita di partito dall’interno, ma è giunto il momento di tirare le somme, di essere chiaro con ciascuno di voi, con gli astigiani, ma anche con me stesso, e di dissipare ambiguità che non gioverebbero a nessuno. Continuerò a dedicarmi alle sorti della nostra Comunità senza aderire ad altri partiti, con l’auspicio che il quadro politico ritrovi quanto prima quella stabilità e affidabilità di cui hanno bisogno il Paese e l’Astigiano. So che sarò incolpato di eventuali risultati insoddisfacenti nella prossima tornata elettorale; allo stesso modo so che se avessi comunicato questa decisione dopo le imminenti consultazioni sarebbe stato detto che abbandonavo nel momento del declino. Ero nella Lega Nord quando raccoglieva il 3% dei consensi e ci sono sempre rimasto perché sentivo di condividere, pur tra molte contraddizioni, una tensione verso il cambiamento che oggi posso solo rimpiangere”.