Chiamatela spending review: arrivano i primi commenti politici sul taglio delle province, taglio che per quanto concerne il Piemonte dovrebbe abbattersi sulla nostra Asti, insieme a Vercelli, Biella, Verbano-Cusio, Novara mentre si salvano Torino, Cuneo, Alessandria.
“Senza colpire alcuno spreco, i tagli lineari del Governo Monti agli enti locali rischiano di avere effetti devastanti al Nord, tanto che senza modifiche ai criteri di riparto, che devono basarsi non sui consumi intermedi ma sui costi standard, è addirittura a rischio la riapertura delle scuole. E’ inaccettabile che vengano penalizzate realtà come le Province piemontesi, che da anni, anche a seguito del trasferimento di funzioni da parte delle Regioni, svolgono competenze importanti come i trasporti e la formazione professionale”. Lo afferma l’assessore agli Enti locali della Regione Piemonte, Elena Maccanti, che aggiunge: “E’ in atto un vero e proprio attacco alle autonomie locali del Nord: queste realtà svolgono senza sprechi e con competenza, un ruolo fondamentale nel garantire i servizi ai cittadini, a differenza di altri territori che non hanno investito risorse. In questo modo si distrugge solo, con l’unico  risultato che, grazie a questo governo, le nostre Province non riusciranno nemmeno a garantire la riapertura delle scuole superiori”.
“Certo – aggiunge Maccanti – sotto il profilo istituzionale siamo d’accordo che sia indispensabile una politica di riordino, che però deve partire dalle Regioni, cui deve spettare la competenza in ordine a criteri, funzioni e fiscalità in base alle specificità territoriali. Il Piemonte ha 1206 Comuni, di cui 1077 sotto i 5000 abitanti. Per noi, le aree vaste con enti di primo livello sono indispensabili per dare risposta e voce ai territori. Il governo faccia la sua parte e inizi a ridurre la sua presenza sul territorio, a partire da Prefetture e uffici periferici vari”.
“Siamo e restiamo convinti – conclude l’assessore – che, se bene organizzate, le Province siano uno strumento indispensabile per il governo del territorio, che semplifica i livelli di governo e consente alle Regioni di svolgere appieno le funzioni di programmazione e l’attività legislativa. Per questo occorre dare autonomia ordinamentale alle Regioni”.