Le aziende astigiane sarebbero tra le migliori in Piemonte nella puntualità dei pagamenti: è quanto emerge da uno studio condotto da Cribis D&B, società specializzata nella business information nata dall’acquisizione da parte di CRIF (gruppo bolognese leader nei sistemi di informazioni creditizie) della filiale italiana di Dun & Bradstreet, tra le prime società al mondo nella business information.
Nel primo semestre 2010 infatti, il 50,7% delle aziende astigiane sarebbe stato puntuale nel saldare i propri fornitori, guadagnando il terzo posto in Piemonte; la media regionale è del 43,2%, quella nazionale del 40,8%. Le piccole realtà sembrerebbero essere più virtuose delle grandi ?
Prima di Asti, sul podio, Cuneo (55,1% di imprese puntuali) e Verbano Cusio Ossola (51,5%). Seguono Novara (44,9%), Biella (44,6), Vercelli (44,4%). Chiudono Alessandria (42,2%) e Torino (37,5%).
Nonostante alcuni picchi più bassi, la media regionale resterebbe comunque superiore a quella italiana: il 43,2% delle aziende piemontesi risulta puntuale contro il 40,8% della penisola. Il 41,9% ha tardato di un mese, l’8,2% ha saldato tra i 30/60 giorni, il 4% dopo 60/90 giorni, l’1,5% tra i 90/120. La percentuale di pagatori oltre i 120 giorni è stata invece dell’1,3%, contro l’1,7% della media italiana. Rispetto al 2008 si registra un drastico peggioramento: ben il 42,4% delle aziende ha allungato i propri tempi di pagamento, a fronte di un 21% che li ha ridotti.
Nel primo semestre del 2010 le aziende della provincia di Asti si sono dunque distinte per la puntualità nei pagamenti ai propri fornitori. Il 50,7% dei pagamenti è stato puntuale, il 36,9% è arrivato entro un mese, il 6,5% tra i 30 e i 60 giorni, il 3% tra i 60 e i 90 giorni, il 2% tra i 90 e i 120 giorni e lo 0,9% oltre il limite dei 120. Rispetto al 2009 il 32,2% delle aziende astigiane ha peggiorato i tempi di pagamento, il 44,3% li ha mantenuti invariati, solamente il 23,5% li ha migliorati.
“Specialmente nei momenti di difficoltà economica aumentano i rischi e le incertezze, per cui diventa fondamentale conoscere meglio le imprese con le quali si sta per fare affari, riducendo il rischio di imbattersi in casi di insolvenza – afferma Marco Preti, amministratore delegato di Cribis D&B –. I comportamenti di pagamento sono uno strumento fondamentale per tastare il polso delle aziende. Rispetto alle informazioni pubbliche tradizionali, com il bilancio societario, i comportamenti di pagamento rappresentano infatti una istantanea molto più puntuale, fornendo una rappresentazione dell’azienda non statica, come nel caso del bilancio, ma in costante evoluzione, che consente di fare previsioni a breve e medio ternine. Per questo – conclude Preti – ogni azienda dovrebbe sempre avere sotto controllo i comportamenti di pagamento complesivi dei propri clienti, partner e fornitori, al fine di cogliere i cambiamenti e le problematiche prima che si traducano in bilanci non positivi o, peggio, in procedure in corso. Molte criticitià potrebbero essere gestite per tempo e in modo preventivo”.
Grande il divario tra le imprese piccole e quelle di maggiori dimensioni. Più sono grandi, peggio pagano. In regione, le micro imprese (fatturato inferiore a 2 milioni di euro e meno di 10 dipendenti) sono state puntali nel 50,4% dei casi; le piccole (meno di 10 milioni di euro e sotto i 50 dipendenti) nel 36,9%; le medie (fatturato inferiore ai 50 milioni di euro e meno di 250 dipendenti) nel 24,9%; le grandi (fatturato superiore ai 50 milioni di euro e più di 250 dipendenti) solamente nel 12,7% dei casi. Nei pagamenti oltre i 4 mesi, invece, le differenze si annullano: le micro saldano nell 1,5% dei casi, le grandi nell’1,4%.
A livello settoriale in Piemonte industria e produzione (37,7%) e commercio all’ingrosso (39,3%) si contraddistinguono per una minore percentuale di pagamento alla scadenza. Industria estrattiva (3,1%) e commercio al dettaglio (1,8%) sono i settori in cui si concentra la maggior parte di imprese che paga oltre i 4 mesi di ritardo. I settori più puntuali sono stati invece quelli dell’edilizia (55,2%) e dei trasporti e distribuzione (52,4%). Nella fascia dei ritardatari moderati, ovvero le imprese che pagano entro il mese di ritardo, la maggior concentrazione si riscontra nell’industria e produzione (47,8%) e nel commercio all’ingrosso (45,4%).