Sono 7.468.607 le famiglie italiane che a Natale porteranno in tavola dolci artigiani. E’ quanto emerge da un’indagine condotta dall’Osservatorio Ispo-Confartigianato. Tradizione, freschezza, qualità delle materie prime, cura della lavorazione sono le caratteristiche che, secondo la rilevazione di Confartigianato, fanno preferire al 30% della popolazione italiana i dolci natalizi realizzati da 42.633 pasticcerie e panifici artigiani attivi nel Paese. I più golosi di specialità artigiane legate alle prossime festività si trovano in Lombardia, con 1.300.601 famiglie che li prediligono rispetto ai prodotti industriali, e a Milano con 443.906 famiglie orientate su questa scelta.Seguono, a livello regionale, la Campania (695.360 famiglie) e la Sicilia (664.394 famiglie). Nella classifica provinciale, Roma e Napoli si classificano al secondo e terzo posto rispettivamente con 438.799 e 356.224 famiglie che a Natale consumeranno dolci artigiani. Sotto controllo i prezzi di panettoni e pandoro, ma anche delle altre 1.332 specialità tradizionali e tipiche di ciascuna regione italiana. Confartigianato fa rilevare che, nonostante i forti rincari dei costi delle materie prime registrati in quest’ultimo anno (il prezzo dello zucchero è aumentato del 16%, quello della farina del 7,3%, quello del burro del 6,7% e quello delle uova del 3,5%) i pasticceri artigiani si sono impegnati a contenere gli aumenti al 2,6%, quasi un punto in meno rispetto al 3,4% del tasso di inflazione registrato nello stesso periodo.    La passione degli italiani per i prodotti alimentari artigiani dura tutto l’anno e, tra settembre 2010 e settembre 2011, ha contribuito a far aumentare dell’1,4% il numero delle imprese, pari a 1.227 aziende in più. Una crescita che porta a 88.732 le imprese artigiane del settore alimentare, con 260.609 addetti, in cui operano panificatori, pasticcerie, produttori di pasta fresca, laboratori di cioccolato, norcinerie, attività di lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi, produttori di olio e di specialità lattiero-caseari, gelaterie, torrefazioni, produttori di vini, grappe, birre artigianali. Le regioni dove nell’ultimo anno si è registrato il maggiore aumento di imprese artigiane del settore alimentare sono la Lombardia (+4%), seguita dall’Umbria (+ 2,8%), dal Piemonte (+ 2%), dal Veneto (+ 1,9%), dall’Emilia Romagna (+ 1,6%) e dall’Abruzzo (+ 1,5%). A livello provinciale il boom di artigiani specializzati nell’alimentazione si registra a Lodi (+8,8%), Milano (+6,9%), Enna (+6,3%), Monza e Brianza (+5,1%), Pesaro e Urbino (+5%).
Ma i dolci della tradizione natalizia made in Italy non piacciono soltanto in Italia. Secondo Confartigianato, tra gennaio e agosto 2011, ne abbiamo esportati per un valore di 224 milioni di euro, con un aumento dell’8,6% rispetto ai primi 8 mesi del 2010. In testa ai Paesi più affezionati alle nostre prelibatezze c’è la Francia, seguita da Germania e Austria. Dall’inizio dell’anno, i nostri cugini d’Oltralpe hanno comprato 50,3 milioni di euro di dolci (pari al 22,4% del nostro export di questo tipo di prodotti). In Germania abbiamo esportato 35,8 milioni di pasticceria (15,9% del totale esportato), mentre in Austria il nostro export di dolci è pari a 16,8 milioni (7,5% del totale).
Ed è ancora la Lombardia al vertice della classifica delle regioni italiane che esportano la maggior quantità di prodotti alimentari: nel primo semestre dell’anno da questa regione sono volati nel mondo alimenti per un valore di 1,8 miliardi di euro.