Le associazioni ambientaliste Pro Natura Piemonte, SOS Gaia, Comitato per il Territorio delle Quattro Province, Forum Salviamo il Paesaggio, Terra Boschi Gente e Memorie, OIPA, Movimento Stop al Consumo di Territorio Astigiano, Mountain Wilderness, Altritasti, Italia Nostra, Gruppo d’Intervento Giuridico, LIPU, ENPA, Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l’Astigiano, Asticambia, LAC e Legambiente hanno, nei giorni scorsi, segnalato a Roberto Cingolani, Ministro per la Transizione Ecologica, la vicenda del progetto presentato dalla società Monferrato srl, per la costruzione di un campo da motocross in località Valenzani di Castagnole Monferrato.

Le associazioni ricordano che l’ambiente della zona “è ancora in parte naturale, laddove estese formazioni boschive si alternano a campi coltivati. Ma ormai da più di 5 anni una pesante minaccia grava sull’integrità ambientale della zona. In località Valle Randolo è infatti prevista la costruzione di un grande impianto per la pratica, anche a livello agonistico, del motocross, il quale prevede la realizzazione di due piste, una di prima categoria (gare internazionali) e una di seconda, per un boschive.” totale di circa 14 ettari, cui bisogna aggiungere le aree per parcheggi e servizi. L’impianto non sorgerà su aree degradate, come sarebbe logico ipotizzare, bensì quasi interamente su formazioni

Preoccupa in particolare l’atteggiamento degli Enti Locali, in linea di massima favorevoli all’iniziativa, mentre Regione e Provincia di Asti sembrano dare un’interpretazione molto permissiva dei rispettivi piani paesaggistici.

Le associazioni sottopongono all’attenzione del Ministro “l’assurdità del progetto. In Piemonte esistono già 29 piste da motocross, per cui la domanda di questo tipo di impianti pare sufficientemente esaudita: uno di questi, addirittura, la cui apertura è prevista nei prossimi mesi, si trova a Felizzano, a solamente una dozzina di chilometri da Castagnole Monferrato” Secondo le Associazioni “le problematiche legate alla realizzazione dell’impianto di cui sopra sono numerose: dall’accresciuto volume di traffico in un’area dove la rete stradale non appare adeguatamente attrezzata all’emissione di rumori e polveri, dal negativo impatto sulla viabilità escursionistica esistente alla devastazione di un paesaggio pregevole e fortemente attrattivo per un turismo di qualità, alle pesanti conseguenze sulle forme di vita selvatiche presenti nell’area. Ma è soprattutto sull’aspetto più squisitamente ambientale che le Associazioni intendono richiamare l’attenzione di Cingolani: “il progetto prevede la trasformazione di oltre 15 ettari, oggi prevalentemente a bosco, producendo un danno irreparabile nella valle e nelle zone limitrofe. Ci sembra paradossale che in un periodo in cui tutti quanto esprimono forti preoccupazioni per la drammatica riduzione della biodiversità e il cambiamento climatico di cui siamo attoniti testimoni, si possano ipotizzare interventi di questo tipo. È evidente come la misura più semplice, convincente ed efficace per ridurre la concentrazione di CO2 in atmosfera sia la fissazione ad opera degli organismi vegetali. E difatti, a parole, tutti si dichiarano fermamente convinti su questa inderogabile esigenza. Poi, però, non sempre alle buone intenzioni segue un analogo impegno concreto. L’esempio di Castagnole Monferrato è lampante: la distruzione, o comunque la degradazione, di oltre quindici ettari di bosco, unita alle emissioni climalteranti di mezzi a motore che circoleranno in uno spazio relativamente ristretto, non potrà che peggiorare una situazione già oggi gravissima e per la quale non possiamo più permetterci alcun ritardo nell’adozione di pratiche curative. Non è questa la transizione ecologica che tutti noi auspichiamo”.

Le Associazioni concludono il loro messaggio auspicando “un intervento del Ministro possa evitare questo ulteriore e gratuito scempio all’ambiente naturale del nostro Paese”.