Sette storie di uomini, donne, animali e mafia. Le ha salvate dall’oblio Eva Rigonat e sono ora un libro «Veterinaria e Mafie». Sarà presentato ad Asti, sabato 11 maggio alle 10 in corso Pietro Chiesa 17/b, sede dell’Ordine dei medici veterinari che promuove l’iniziativa. Sarà presente Isabella Sorgon, responsabile Associazione Libera.

È un libro fra inchiesta e letteratura per raccontare a ragazzi e adulti di una professione sconosciuta, quella veterinaria, posta a tutela della sicurezza alimentare e della salute dell’uomo.

Si legge nella quarta di copertina: «Un giorno un altro mondo entra nel tuo mondo e inizia il lento degrado della tua dignità umana e professionale, psicologica e familiare: “la regressione nella mafia”. È una forza che opprime, che isola, che disperde gli amici e che allontana dai propri cari, ai quali si vuole risparmiare il senso di colpa che provano gli incolpevoli. Una forza che riduce al silenzio chi ha capito e ha deciso di restare fedele a ciò che è giusto. Ed è proprio allora che la burocrazia delle gerarchie si rivela funzionale alla mafia, usando il mobbing o la “servitù volontaria” per impedire, senza dare ordini, l’affermazione di ogni legge e di ogni giustizia. Questo non è il libro di una categoria professionale, ma delle lacerazioni patite da uomini e donne che sono stati dalla parte della sanità pubblica e che non riescono a dimenticare, nemmeno dopo essere stati riscattati dalla logica processuale. Li soccorre questo libro, impedendo l’oblio civile delle loro sofferenze. Voci tremanti, sorrette dall’intervista, e voci appassionate, liberate dallo sfogo autobiografico, in una mescolanza di generi e di stili che racconta la proteiforme mostruosità dell’offesa di mafia».

«È un altro aspetto della nostra professione – dice Massimo Pasciuta, presidente dell’Ordine dei Medici e Veterinari di Asti – un dramma spesso silenzioso, che il veterinario vive in solitudine. È d’obbligo parlarne e far uscire dal silenzio queste storie terribili di colleghi che hanno incontrato la mafia».

«In realtà gli autori di questo libro sono i medici veterinari perseguitati dalle mafie che il silenzio di troppi, potenti e non, mette nelle file della solitudine umana – dice Eva Rigonat – Le loro storie ci raccontano di persone normali che non chiedevano di essere degli eroi. Gente che voleva solo fare bene il proprio lavoro. Un desiderio semplice. Talmente semplice, talmente forte nel richiamo alle radici di un ruolo da essere destrutturante per una società devastata dalla “questione morale”. Quasi tutti questi medici sono accomunati dall’aver trovato nella famiglia e nell’ambiente esterno a quello lavorativo, e spesso anche in quello esterno a molte istituzioni, la forza di resistere. Tutti sono accomunati da comportamenti dettati dall’abitudine all’onestà e dalla convinzione di non poter essere diversi per riuscire a stare con se stessi».

Eva Rigonat è nata in Francia, nel 1954. Nel 1970 la sua famiglia torna in Italia. Eva si laurea da studente lavoratrice, in Medicina veterinaria nel 1985. Dal 1989 lavora per l’azienda USL di Modena. Dal 2012 al 2016, prima come revisore dei conti poi come consigliere, fa un’esperienza in FNOVI (federazione nazionale ordini veterinari italiani). Nel 2015 riceve dalle mani di don Luigi Ciotti il premio FNOVI “Il peso delle cose ”, per il suo impegno “per lo sviluppo di un’etica della professione, attraverso lo sviluppo di un pensiero critico”. Dal 2014 frequenta la Libera Università dell’Autobiografia e nel 2016 diventa biografo di comunità.

L’Ordine dei Medici Veterinari di Asti ha155 iscritti di cui 35 lavorano all’Asl, 5 sono veterinari zooprofilattici, 5 buiatri, 3 ippiatri, 2 avicoli, 5 si occupano genericamente di altro ovvero di alimentazione, riproduzione etc. I più si occupano di piccoli animali da compagnia.