Al centro del dibattito recente, il caso degli studenti italiani fermati a Malta dopo la scoperta di un focolaio tra gli alunni delle scuole di lingua estive. I ragazzi sono stati messi in quarantena e pochi giorni fa alcuni di loro, risultati negativi al test covid, sono rientrati in Italia con un volo charter organizzato dalle autorità maltesi. Non sono mancate le polemiche sulla gestione della quarantena degli studenti italiani da parte di Malta, definita spesso non ottimale. Sulla situazione maltese abbiamo voluto raccogliere le impressioni di Cecilia Martinetto, ventinovenne astigiana che vive a Malta da quattro anni e più precisamente a Birkikara, nella zona centrale dell’isola.

Dopo essersi laureata in Scienze e tecnologie alimentari e un’esperienza di lavoro in Spagna, sostiene un colloquio on line con la Golden Harvest – azienda di prodotti da forno- e viene assunta. Oggi è Quality Assurance & Food Safety Assistant Manager. Vive in un contesto internazionale, incontra persone provenienti da tutto il mondo e dice che durante il giorno le capita spesso di parlare più di tre lingue.

“Ritengo che i media italiani abbiano ingigantito il fatto. I giornali maltesi praticamente non ne hanno parlato e io ho appreso la notizia dai giornali italiani. Conosco uno degli alberghi citati in articoli che ho letto e si tratta di un luogo dotato di ogni comodità.”

I ragazzi negativi al tampone hanno iniziato ad essere rimpatriati pochi giorni fa. Considerato l’aumento dei casi, Malta ha scelto di chiudere le frontiere a chi non è vaccinato. Per raggiungere l’isola sarà necessario presentare il certificato EU covid 19 che attesti almeno il completamento del ciclo vaccinale da almeno 14 giorni.

Cecilia si accinge a fare il percorso inverso: ha un viaggio prenotato per l’Italia il 31 luglio. Malta risulta nell’elenco C redatto dal Ministero della Salute, ovvero i viaggiatori provenienti da questi paesi devono a loro volta presentare certificazione verde Covid 19. Nessun problema per Cecilia: “Ho completato il ciclo vaccinale e mi auguro di potere rientrare serenamente. Credo che quasi tutti abbiano già ricevuto la seconda dose, la macchina organizzativa per quanto riguarda le somministrazioni ha funzionato molto bene. Poi certo, c’è anche qui chi non vuole vaccinarsi. I contagi sono aumentati, ma la vita scorre come prima. Diciamo che non si vive nella paura.”

Intraprendenza italiana

Cecilia Martinetto ha portato a Malta un po’ di creatività e intraprendenza italiana. Ci racconta che tornata dall’Italia aveva tanti vestiti che non usava più e le è venuta l’idea di creare un gruppo su Facebook dedicato allo scambio di vestiti, oggetti e servizi rivolto esclusivamente alle donne.

Oggi il gruppo The swap Malta conta 14.876 membri.

“Non so se in Italia avrebbe funzionato. Qui l’idea ha avuto successo e, rispettando le limitazioni per prevenire i contagi da Covid 19, realizziamo incontri ed eventi in ristoranti o palestre in cui le donne si scambiano ciò che hanno visto e scelto on line.”

Cecilia Martinetto sta sviluppando per il suo gruppo un’applicazione che renderà ancora più semplice The swat Malta.

Altre interviste di astigiani nel mondo sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 23 luglio 2021

Alessia Conti