Facce tese, segnate da un serrato confronto che si è protratto per oltre due ore e ha   lasciato le parti sulle reciproche posizioni. Sono quelle di infermieri ed oss dei reparti di   Medicina A e B del Cardinal Massaia di Asti che, come annunciato ieri, contestano a gran   voce la soluzione di chiudere sei posti letto in Medicina A – e aprirne altrettanti nella   corrispettiva B – per l’infortunio di uno dei medici dell’equipe di Valter Saracco, primario   dall’agosto 2009 della SOC di Medicina Generale A del nosocomio astigiano.  Il provvedimento deciso dalla direzione ospedaliera sarà operativo a partire da giovedì 16   luglio e comporterà lo spostamento di tre infermiere e una oss (la posizione sarà coperta,   a turni, da due oss con limitazioni) nella divisione B diretta da un altro pilastro del Massaia,   il dottor Mauro Favro.  Il personale sanitario non comprende la necessità di “penalizzare” il proprio operato per la   mancanza di una figura, in questo caso medica, che a loro dire poteva essere   momentaneamente sostituita da un altro camice bianco e non avrebbe comportato disagi   all’organizzazione di gruppi di lavoro che ormai da anni collaborano a stretto contatto.  La percezione è una disparità di attenzioni tra le assenze del personale sanitario, che   sostengono non  venga opportunamente affrontata e porti a una maggiore e confusionaria   mole di lavoro, e quello medico che invece determina provvedimenti d’urgenza senza la   necessaria concertazione.  Uno degli aspetti, infatti, che ha reso il clima ancora più incandescente, si percepisce dai   commenti post riunione, è quello di una totale mancanza di preavviso: se la decisione   andava presa perché non affrontarla per tempo, dando modo ad infermieri ed oss di   adattarsi alle nuove esigenze ed eventualmente rimodulare i propri impegni della vita   quotidiana?  Tanti quesiti che restano irrisolti nonostante il tentativo di dialogo e lasciano un clima di   “muro contro muro” tra gli operatori e i vertici dell’Azienda.  Abbiamo chiesto spiegazioni al dottor Valter Saracco, presente alla concitata riunione: “La   divisione tra Medicina A e Medicina B è solo su carta – ha precisato – si cerca sempre un   equilibrio di forze tra i due reparti per affrontare, come ora sta accadendo, eventuali   carenze”.  Una scelta dovuta, dunque, “per non chiudere posti letto e creare ulteriori sovraccarichi al   Pronto Soccorso”, che in questi giorni sta già affrontando la straordinaria ondata di ricoveri   per problemi cardio respiratori derivanti dal grande caldo che ha interessato anche la   nostra provincia e che, dopo la breve tregua di questo week end, dovrebbe tornare   prepotentemente tra il 17 e 19 luglio.  Un dubbio serpeggia non troppo velatamente tra infermieri ed oss: questo provvedimento,   dichiarato d’emergenza, non è anche una sorta di prova tecnica di quella che potrebbe   essere la nuova organizzazione ospedaliera dei due reparti, fusi per formare un maxi-  dipartimento che al momento attuale consterebbe di oltre 80 posti letto?  Una perplessità che affonda le radici nei contenuti della riforma alla rete ospedaliera   deliberata dalla Regione lo scorso novembre e che ipotizzava, appunto, la perdita di uno   dei primariati in Medicina Generale. Fabio Ruffinengo