Un progetto già approvato e avviato che ha due obiettivi: formare e censire per capire dove siano le criticità.
E’ “Ponti sicuri”, a iniziativa della Provincia di Asti, approvato oltre un anno fa, ben prima del crollo del Morandi di Genova. L’idea di formare il personale della Provincia per insegnare a registrare, censire e monitorare i ponti con lo scopo di prevenire le problematiche, era nata dopo il crollo della tangenziale di Fossano nell’aprile del 2017. Per evitare tragedie (non per incombenze di legge – che probabilmente arriveranno a breve – ma per volontà dell’Ente), è stato approvato il progetto. Parte della formazione è già stata fatta; in autunno proseguiranno i corsi, ma c’è un altro obiettivo importante, quello di posizionare dei sensori che rilevano le reazioni dei ponti al passaggio dei mezzi. “Uno strumento che permette di capire se servono limitazioni al traffico o chiusure, interventi che, come Ente abbiamo gli strumenti per fare” ha precisato il presidente della provincia Marco Gabusi. In totale i ponti presenti sul territorio provinciale sono 298, dove per ponte si intende una struttura con una luce netta superiore a 2 metri. Fino ad oggi ne sono stati censiti e monitorati 15; fra questi sono stati due quelli che hanno presentato delle criticità: i ponti di Castelnuovo Belbo e Monastero Bormida sui quali a breve verranno eseguite delle prove di carico. Per gli altri invece si parla di manutenzione ordinaria. Una cifra complessiva di spesa che si aggira intorno ai 5 milioni 500 mila euro di interventi. Ma il patrimonio di ponti della nostra provincia è stato valutato intorno ai 200 milioni di euro, un patrimonio che senza manutenzione si sta depauperando. “Bisogna intervenire per prevenire i rischi e lavorare alla manutenzione e alla risoluzione delle problematiche più gravi”, ha commentato l’ingegnere Paolo Biletta, dirigente della Provincia. Serve quindi un lavoro di censimento, monitoraggio e valutazione degli interventi. I dati raccolti verranno poi inseriti in un software che permetterà una completa gestione dello stato dei ponti e quindi di programmare i lavori di sistemazione in base alla gravità dello stato di conservazione. “Non abbiamo registrato situazioni che possano farci temere il peggio – ha spiegato ancora l’ingegnere -. Ma le criticità esistono e le più comuni sono legate alle infiltrazioni di acqua e allo scalzamento delle fondazioni”.
“Ovviamente occorre proseguire con l’attività di censimento, ispezione, prove e monitoraggio sui restanti 283 ponti di nostra competenza – ha concluso Gabusi -. La Provincia ha già richiesto al Ministero delle Infrastrutture e alla Regione il finanziamento di 1.415 mila euro che si aggiungono ai 5 milioni 500 mila, importo che certamente non è esaustivo per tutti gli interventi di manutenzione straordinaria che si dovranno eseguire su tutti i ponti”. Si prevede quindi che al completamento dei monitoraggi le necessità di finanziamenti siano ben più elevate.

Ecco l’elenco dei 15 ponti giù monitorati: il viadotto il località Gesso di Cocconato, viadotto sulla sp 19 a Valfenera, ponte sul torrente Triversa nel Comune di Villafranca, ponte sul rio di Quarto, viadotto della sp 3 a Vigliano, ponti sul torrente Belbo nei comuni di Incicsa Sacapccino e Castelnuovo Belbo, ponte sul Tanaro a San Martino Alfieri, ponte sul Bormida nel Comune di Monastero B., ponte sul rio Tatorba a Monastero B. e nel Comune di Bubbio, viadotto della sp 123 e sio rio Tatorba nel Comune di Roccaverano, ponte sul torrente Versa.