Oltre cento persone, tra medici e operatori provenienti da tutto il Piemonte, hanno assistito al corso d’aggiornamento, martedì scorso, sul ruolo della nutrizione nell’insufficienza renale cronica, voluto dall’Asl AT con il patrocinio dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica. Come rileva la dottoressa Maria Luisa Amerio, direttore di Dietologia e Nutrizione Clinica dell’ospedale Cardinal Massaia, organizzatrice, insieme al dottor Ercole Biamino, direttore di Nefrologia, del convegno, “l’iniziativa ha rappresentato un importante momento di incontro e condivisione tra nutrizionisti, nefrologi e dietiste”. Sono stati affrontati temi inerenti al ruolo della terapia nutrizionale e della dieta ipoproteica nel trattamento della malattia renale cronica. “L’utilizzo di una dieta ipoproteica – rileva Maria Teresa Amerio – sin dalle prime fasi della malattia potrebbe dimostrarsi efficace nel procrastinare la dialisi, mentre, al contrario, una dieta sbilanciata, che contempli un eccessivo apporto di proteine, rischia di sovraccaricare di lavoro il rene, con tutti i rischi del caso”. Medesima l’opinione di Biamino: “l’adozione di una dieta simile – spiega – risale a cinquant’anni fa, quando c’erano troppi pazienti e poche dialisi. Oggi, una terapia nutrizionale può rallentare la progressione del danno renale, riducendo l’assunzione di sale e fosforo. Per le malattie croniche, è sempre utile limitare l’apporto lipidico e proteico”. Uno degli aspetti più  interessanti emersi nella giornata di studio, è il progresso nel campo dalla appetibilità degli alimenti: una volta, i prodotti, di fatto sani e indicati in queste particolari diete, non erano altrettanto gustosi. Invece, la colazione ipoproteica servita durante il convegno ha dimostrato che anche questo tipo di alimenti può dare piacere al palato. Il ricco menù, infatti, era composto da nove portate tra cui bruschetta con farina proteica con pomodoro e basilico, gnocchi di farina proteica, chicchi proteici con indivia e crema proteica con granulato di biscotto. Per la ricerca, l’impegno e la realizzazione, l’intera platea ha avuto forti apprezzamenti per i cuochi della cucina interna del “Massaia”, da due anni impegnati a preparare cibi a km 0.  ?