Esiste una “giusta” giustizia? E come il cittadino può tutelarsi dalle custodie cautelari in carcere o agli arresti domiciliari, pur rivelandosi poi innocente, o dagli errori giudiziari? Si è aperto con un quesito irrisolto, il Convegno Nazionale di Federcontribuenti, organizzato in collaborazione con le associazioni “Io non sono Stato”, “Recidiva Zero” e “Forza dei consumatori”. Un tema, quello trattato
dall’avvocato penalista, Leopoldo Di Nanna, di forte attualità e con un gravoso impatto sociale ed economico. Dal 1992 al 31 dicembre 2020, sono stati oltre 29mila i casi di vittime di un sistema, che è costato alle casse statali oltre 900milioni di euro di indennizzi risarcitori. Dati impressionanti, che pesano sui contribuenti, ma ancor più sui singoli individui, ingiustamente privati della propria libertà
personale, degli affetti e della dignità. Nasce proprio con l’obiettivo di difendere e restituire la serenità perduta, l’Associazione Nazionale “Io non sono Stato”, presieduta da Vincenzo Tagliareni e presentata nel corso della conferenza. “Il mio dovere professionale e morale – ha sottolineato il vice presidente della neonata associazione, Di Nanna – è offrire supporto incondizionato a coloro, che hanno perso tutto e difenderli non solo in aula, ma anche da un accanimento mediatico ingiustificato, che cerca a tutti costi un colpevole, nel dieci per cento dei casi non coincidente con chi ha commesso effettivamente il reato”.

Non solo. “L’opinione pubblica – ha proseguito l’avvocato penalista – è avvezza a condannare, senza neppure attendere il processo e i seguenti gradi di giudizio. Basti pensare ai casi celebri di Enzo Tortora o Franco Califano, ma non possiamo e non dobbiamo dimenticare le centinaia di vittime ingiustamente detenute o colpite dagli errori giudiziari, che spesso non possiedono le risorse necessarie, per difendersi e dimostrare la propria innocenza”. Solo nel 2020, secondo i dati resi noti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, 750 sono stati gli imputati ai quali è stata riconosciuta l’ingiusta detenzione e 16 gli errori giudiziari, per una spesa ai danni dello
Stato di 9.104.875,44 euro; casse che devono necessariamente risanate, anche a danno dei contribuenti.

“Il nostro sistema– spiega il coordinatore nazionale Federcontribuenti, Vincenzo Tagliareni – da un lato risarcisce giustamente le vittime, dall’altro colpisce i cittadini attraverso il fisco e gli Enti di Riscossione, non tenendo in minima considerazione l’orientamento
giurisprudenziale corrente. Basti pensare – ha infatti sottolineato il Tagliareni – ai quindici milioni di cartelle esattoriali in arrivo, spesso prescritte, decadute o nulle per vizi di notifica” Un “giocoforza”, nuovamente ai danni del contribuente, che si inasprirà con la ripresa dell’attività da parte dell’Agenzia delle Entrate e Riscossione e le preannunciate azioni esecutive. “L’obiettivo di Federcontribuenti –
ha spiegato il Coordinatore – non è sicuramente quello di allarmare, ma di lanciare un monito di speranza alle migliaia di persone, che verranno duramente colpite, in un momento storico di innegabile crisi economica. Esiste sempre una soluzione, spesso non visibile a causa del linguaggio burocratese, appositamente utilizzato per confondere, o per mancata conoscenza della legislazione
vigente”.

Tra le testimonianze rese nel corso del convegno, anche quella di Pino Masciari, imprenditore calabrese e testimone di giustizia, dal 1997 al 2010, sottoposto con la sua famiglia a programma speciale di protezione e attualmente ancora scortato, per aver denunciato la ‘ndrangheta e le sue collusioni con il mondo politico. Un “calvario” di quasi trent’anni, per un uomo che ha scelto di “essere libero” e ancora oggi rivendica il proprio diritto a vivere con coraggio e senza piegarsi alla criminalità, sottolineando l’indifferenza di uno Stato, incapace di garantire l’incolumità di coloro che credono nella legalità e nella giustizia.