Il Moscato è diventato famoso negli Stati Uniti grazie ai rapper. Il noto rapper Jay-Z, che con la compagna Beyoncé ha un patrimonio valutato in un miliardo di dollari, decise di boicottare lo Champagne dopo che Frederic Rouzaud, il capo della maison Louis Roederer, in un’intervista dichiarò che non gli piaceva che lo champagne facesse parte della bling-culture (bling-bling o semplicemente bling è un termine dello slang diffuso dalla cultura hip hop, con cui ci si riferisce alla gioielleria elaborata e agli accessori ornamentali e all’abbigliamento che sono portati, indossati, o applicati in funzione ostentativa dai rapper). Errore fatale. Per protesta il mondo dell’hip-hop si tuffò sul Moscato. Al punto da citarlo in molti brani. Waka Floka Flame in “No hand” canta in slang “I’ma sip Moscato And you ‘gon lose dem pants”, tradotto “sorseggio Moscato e tu ti sfili i jeans” e continua con “Moscato got her freaky Aye you got me in a trance”, ovvero “il Moscato la euforizza, tu mi mandi in trance”. In “Invented sex”, titolo altrettanto eloquente, Trey Songz fa un uso della parola “moscato” più attinente ai nostri costumi ed alle sue caratteristiche organolettiche con le parole “its a celebration clap, clap bravo lobster and shrimp and a glass of moscato for the girl whos a student and her friend whos a model finish the whole bottle”, tradotto “è un’occasione speciale, batti le mani, bravo, aragosta e gamberi e un bicchiere di moscato per la ragazza che studia e la sua amica che è una modella ha finito la bottiglia”. Quella americana é una “Moscato-mania”. Gli ultimi dati del 2015 lo confermano: su 30 milioni di bottiglie di Moscato d’Asti prodotte 20 vengono consumate in America, ma il Moscato d’Asti non è l’unico Moscato che si vende in America, anzi la quota del Moscato d’Asti è soltanto del 6% come numero e del 13% come valore. Gli Americani consumano ben 350 milioni di bottiglie di Moscato, soprattutto australiano. Il nostro è il migliore, ma gli altri, di qualità inferiore, hanno il vantaggio di costare meno, ed é questo il principale motivo per cui primeggiano nelle vendite. Con una buona promozione ed una migliore organizzazione forse è possibile per il Moscato d’Asti accrescere ancora la propria quota di mercato. Perché non puntare quindi con più determinazione a sviluppare le vendite di Moscato d’Asti in America, visto che in questo momento il suo fratello maggiore, l’Asti spumante, vive un momento di difficoltà, a causa principalmente del calo delle vendite in Russia, un mercato che fino al 2014 accoglieva 15 milioni di bottiglie prodotte e che ora si è ridotto della metà?