La violenza sessuale è un fenomeno diffuso e sistemico in tutto il mondo. Le vittime spesso non conoscono i propri diritti e si trovano di fronte a molteplici ostacoli nell’accesso alla giustizia e ai risarcimenti, compresi stereotipi di genere dannosi, idee sbagliate su violenza sessuale, accuse di colpevolezza, dubbi sulla propria credibilità, sostegno inadeguato e legislazione inefficace.

In Italia, in particolare, persiste il pregiudizio che addebita alla donna la responsabilità della violenza sessuale subita. Secondo l’Istat (rilevazione del 2019), addirittura il 39,3% della popolazione ritiene che una donna sia in grado di sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo vuole e il 23,9% pensa che le donne possano provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire.

Un pregiudizio che trova conferma nel codice penale italiano, dove all’articolo 609-bis, si prevede che il “reato di stupro” sia necessariamente collegato agli elementi della violenza, o della minaccia o dell’inganno, o dell’abuso di autorità. In nessun caso è richiamato l’elemento del consenso nonostante la Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia nel 2013, stabilisca che lo stupro è un “rapporto sessuale senza consenso“. La Convenzione di Istanbul è il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, in cui la violenza viene riconosciuta come forma di violazione dei diritti umani e di discriminazione. L’articolo 36, paragrafo 2, della Convenzione specifica che il consenso “deve essere dato volontariamente, quale libera manifestazione della volontà della persona, e deve essere valutato tenendo conto della situazione e del contesto“.

Per questi motivi in occasione del 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Amnesty International ripropone e invitia tutte e tutti a sottoscrivere l’appello di A. I.alla Ministra della Giustizia per la revisione dell’articolo 609-bis del codice penale, affinché qualsiasi atto sessuale non consensuale sia punibile.

Di seguito il testo dell’appello (che si può sottoscrivere online: https://www.amnesty.it/appelli/il-sesso-senza-consenso-e-stupro/):

“La violenza sessuale è una grave violazione dei diritti umani. Ciononostante, la gran parte delle aggressioni non viene segnalata alla giustizia. Fattori come la paura, la vergogna e la mancanza di fiducia nel sistema giudiziario dissuadono molte donne e ragazze dal denunciare le aggressioni sessuali subite.

In Italia, ogni donna deve potersi sentire sicura e avere delle relazioni sessuali totalmente consensuali perché il sesso senza consenso è stupro. Sono necessari cambiamenti nei modelli sociali e culturali di comportamento delle persone di tutti i sessi al fine di sradicare gli stereotipi e i miti di genere dannosi che ruotano intorno al concetto di violenza sessuale.

Per questi motivi chiediamo alla Ministra della Giustizia la revisione dell’articolo 609-bis del codice penale affinché qualsiasi atto sessuale non consensuale sia punibile, adottando un modello che valorizzi l’elemento del consenso della persona offesa e non la violenza o la minaccia. Adeguando, in questo modo la legislazione italiana agli standard internazionali e, in particolare, alla Convenzione di Istanbul”.

Amnesty invita tutte e tutti, inoltre, a partecipare alla campagna #IOLOCHIEDO con cui si vuole rafforzare la consapevolezza, soprattutto nelle giovani generazioni sul tema dello stupro, sugli stereotipi di genere da combattere e sul  concetto di consenso. Sulla pagina nazionale di Amnesty International si possono trovare ulteriori informazioni e scaricare le relative risorse e materiali educativi rivolti, in particolare, alle scuole primarie e alle scuole secondarie di primo e secondo grado: https://www.amnesty.it/campagne/iolochiedo/

Per qualsiasi ulteriore informazione contattateci via email: amnesty.asti@gmail.com, o sulle pagine facebook e instagram Amnesty International – Asti