Quarantatreesimo numero dell’anno per la Gazzetta d’Asti che nel 2020 spegne 121 candeline. Ecco i principali argomenti della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 13 novembre 2020.

Ambulanti “in piazza”

“Riteniamo che il nuovo Dpcm del 3 novembre contenga delle forti incongruenze e diverse restrizioni dedicate solo alla categoria di commercio ambulante, non giustificate da esigenze igienico-sanitarie di limitazione del contagio”. Così i commercianti ambulanti astigiani che hanno indetto una manifestazione di protesta per sabato 14 alle 11 in piazza Libertà. Protestano contro le nuove disposizioni del Governo che di fatto chiude i mercati ai banchi che non vendono generi alimentari, come già è accaduto mercoledì. Un ritorno al passato quindi, con qualche piccola diversità rispetto al post lockdown di primavera. Ma le disposizioni non sono piaciute agli ambulanti che sottolineano ancora come visto che “gli esperti concordano nel ritenere che all’aperto sia molto più difficile il propagarsi del virus covid non si comprende come sia consentita la vendita di determinati generi presso il commercio fisso e non nei mercati, visti i protocolli che sono stati studiati e a cui ci siamo adeguati”.

Quando l’informazione è sbilanciata

Il piccolo morto a sei mesi nel Mediterraneo è deceduto nel momento sbagliato. I riflettori ora sono tutti puntati da un’altra parte. Qualcuno direbbe: perché l’attenzione generale è rivolta altrove.  Qualcun altro: perché il fuoco di fila che il sistema comunicativo sta creando, la sposta continuamente altrove. Sono vere entrambe le cose: l’epidemia non è costruita dai media e lo sanno soprattutto coloro che sono in prima fila in questa guerra. La faccenda merita almeno due osservazioni, criticabilissime ma il dibattito è aperto. L’impressione è che per responsabilizzare le persone si tenda a usare il tasto della paura, soprattutto con una marea di dati senza offrire lo strumento giusto per leggerli. E la paura è come quando in montagna cominci a tagliare il sentiero per salire più velocemente: arrivi prima ma a un certo punto le forze ti mancano e ti fermi. La paura produce brutti “effetti non desiderati”. La seconda è quella che il fermarsi troppo a lungo a guardare cosa sta capitando in casa non sia in sé sbagliato, ma ti faccia perdere il senso delle reali proporzioni. Chi sa che in questi giorni c’è stato un tifone in Centro America, le elezioni in Myanmar, la destituzione del presidente del Perù, un accordo sul Nagorno Karabakh che sarà fonte di nuove guerre? Non è che uno debba saperlo per forza, ma quando uno gira sempre nella stessa stanza, non è detto che abbia la sufficiente lucidità per affrontare e capire cosa sta realmente succedendo. Neanche in quella stanza.

La Campagna Amica della Coldiretti

Tra i mercati agroalimentari c’è quello di Campagna Amica che ha cambiato postazione e si trova ora nell’isola pedonale lato portici Anfossi di piazza Alfieri. Ma Campagna Amica ha fatto anche ripartire le consegne a domicilio: l’elenco delle aziende coinvolte è sul sito www.gazzettadasti.it.

I nostri esperti su tamponi, vaccini, lockdown

Zone rosse, mini-lockdown, tamponi, cure, vaccini antinfluenzali. Di questo si sta continuando a discutere da tempo mentre il virus è tornato a palesarsi in maniera prepotente. Dati e percentuali che cambiano anche in relazione al numero dei tamponi, curve che oscillano, dpcm e chiarimenti da parte del Governo. Affrontiamo la situazione sanitaria sotto diversi aspetti, dall’analisi del professor Pietro Luigi Garavelli, primario della Divisione di Malattie Infettive dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara a quella di Claudio Lucia, presidente dell’ordine dei medici di Asti. Mentre i dati del bollettino diffuso dalla Regione (a ieri, giovedì) parlano di 300 vittime nell’Astigiano, ben sette in più rispetto a mercoledì, e 5.154 contagiati (+ 268, il giorno precedente erano 4.886); mentre i virologicamente guariti si attestano a 2284  (+52).

Il ritorno alla terra: la nuova frontiera

Da questo numero cominceremo la pubblicazione di alcune interviste a giovani che, pur non essendo figli di contadini, hanno deciso di dedicarsi all’agricoltura con intraprendenza, imprenditorialità e creatività. L’agricoltura diventa per loro impresa ma non industria. Impresa perché non è un ripiego in mancanza di altro lavoro. Non industriale (nel senso dell’agricoltura concepita come industria) perché lo stile che ci mettono è quello del nuovo millennio: sostenibilità ambientale, amore per la terra, collaborazione con altri nella costruzione di reti, uso delle tecnologie informatiche.

L’OltreTanaro

Questo venerdì cinque pagine dell’inserto dedicato ai paesi del Sud del Tanaro. Ampio spazio alla cronaca della Festa delle Forze Armate.