Quarantesimo numero dell’anno per la Gazzetta d’Asti che nel 2020 spegne 121 candeline. Ecco i principali argomenti della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 23 ottobre 2020

Oggi arriva il Giro d’Italia

Asti è pronta a ospitare per la quinta volta l’arrivo di una tappa del Giro d’Italia.  Oggi, indicativamente tra le 16.15 e le 16.45, i ciclisti della corsa rosa entreranno in città da corso Alessandria, dopo aver sfrecciato nei comuni astigiani di Rocchetta Tanaro, Castello d’Annone e Quarto Inferiore. La probabile volata, al termine dei 253 chilometri della diciannovesima tappa partita da Morbegno (Sondrio), vedrà i corridori darsi battaglia in piazza Primo Maggio, via Calosso e corso alla Vittoria, con l’arrivo posizionato in piazza Alfieri, di fronte al Palazzo della Provincia. Non è da escludere un fotofinish bagnato, viste le piogge previste in giornata. Grande fermento per accogliere i contendenti alla maglia rosa, oggi indossata dall’olandese Wilco Kelderman, al termine di una frazione pianeggiante che dovrebbe favorire i velocisti. Da ieri sera è vietata la sosta nelle piazze Alfieri, Libertà e Campo del Palio, mentre da questa mattina è interdetta la circolazione in corso alla Vittoria. Gli studenti usciranno da scuola alle 12.30 pronti poi a riversarsi sulle strade per assistere allo spettacolo. Tra mascherine, distanziamento e clima non è l’arrivo che gli organizzatori si auguravano di ospitare a maggio, ma si tratta comunque di un evento imperdibile anche per chi il ciclismo non lo mastica tutti i giorni. 

Anche ad Asti scatterà il coprifuoco – ordinanza regione 1: commercio

Una stretta era già stata fatta per cui nessun stupore quando nel pomeriggio di ieri, giovedì, è trapelata la notizia che il sindaco Maurizio Rasero era in procinto di varare un coprifuoco nel centro di Asti, che entrerà in vigore già questo fine settimana. Una decisione che arriva da altre restrizioni rispetto al Dpcm del Governo Conte, quelle stabilite dal presidente della Regione Alberto Cirio. Due ordinanze: una dedicata alla scuola e una che prevede la chiusura dei centri commerciali il sabato e la domenica, a esclusione dei generi alimentari, farmacie e studi medici, locali di ristorazione e tabaccherie. Questo perché sono luoghi di assembramento reale, ma sulla scelta di Cirio ha giocato anche la vicinanza di alcune aree piemontesi alla regione Lombardia, che fin da subito aveva annunciato la stessa ordinanza, salvo poi ripensarci  e tornare ancora una volta sui passi iniziali con la chiusura dei centri commerciali nel week-end. “Sono scelte di rigore, prudenza e buon senso – ha commentato Cirio -. Quello che possiamo fare oggi ci permette di non chiudere tra qualche settimana bar, ristoranti, parrucchieri, centri estetici e negozi”. L’ordinanza già in vigore sarà valida fino al 13 novembre. Intanto domenica è previsto un nuovo decreto del Governo che potrebbe portare a regole condivise sulle chiusure nelle Regioni.

Ordinanza regione 2: scuola

Da lunedì 26 ottobre tutte le scuole secondarie di secondo grado dovranno alternare la didattica digitale a quella in presenza, per una quota non inferiore al 50 per cento, in tutte le classi a eccezione delle prime. A definirlo è Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, in un’ordinanza firmata nei giorni scorsi per intensificare le misure di contenimento della pandemia. Grazie all’autonomia scolastica, quindi, ogni istituto individuerà le misure più idonee per riorganizzarsi. Giorgio Marino, dirigente del Liceo Monti, si è messo subito al lavoro per definire le modalità: “Già nei giorni scorsi – precisa – avevamo messo in campo alcune ipotesi per alleggerire la presenza in classe, considerato l’aumentare dei contagi. Entro la settimana definiremo le strategie da adottare in modo da recepire al meglio ciò che viene richiesto nell’ordinanza”.  Due le opzioni che verranno vagliate: nel primo caso, la lezione si svolgerà in aula con metà studenti in presenza e l’altra metà da casa, alternando i presenti settimanalmente; nel secondo caso, il gruppo classe seguirà interamente la lezione da casa, alternandosi in presenza con le altre classi: “La scelta di una o dell’altra opzione – spiega Marino – è dettata anche da eventuali problemi di connettività causati dalla connessione simultanea di un numero massiccio di studenti che può mettere a rischio il sistema. Con il lockdown abbiamo incrementato molto le dotazioni delle aule, così come anche le competenze di alunni e docenti nell’utilizzo di determinate piattaforme, quindi su questo siamo tranquilli. Ciò che ci preoccupa, e che accomuna penso tutti gli altri istituti che dovranno riorganizzare la didattica a distanza, è l’assenza di banda larga che permetterebbe di connettersi senza difficoltà”.

La Conbipel a rischio fallimento

“L’offerta presentata dal fondo d’investimento privato non è stata completata, per problemi di garanzie bancarie”. La botta arriva, pesante, sulle teste dei 1.745 dipendenti della Conbipel sparsi in tutta Italia e dei 300 che lavorano alla sede di Cocconato. Lo rende noto alle parti sociali, ai dipendenti, alle loro famiglie, ai loro figli, a coloro i quali hanno legato le sorti della loro vita alla storica azienda astigiana direttamente l’amministratore delegato Jeff Fardell.  La storica azienda di pelletterie e abbigliamento, fondata nel 1958 dalla famiglia Massa a Cocconato, di traversie ne aveva già vissute. Fino al 2007, quando era stata ceduta al gruppo Oaktree Capital Mangement, a sua volta acquisito nel 2019 dalla Brookfield Asset Mangement tramite Ocm Luxemburg stilo investiment. Poi il 18 marzo scorso, lo stesso Fardell aveva depositato in Tribunale una richiesta di concordato preventivo in continuità. Col risultato di congelare per sei mesi i debiti societari e far scattare la cassa integrazione per i dipendenti. Lo scorso luglio erano arrivate le offerte di fondi di “private equity” specializzati in ristrutturazioni e insistente era stata la voce, poi tramontata, di un interessamento da parte di Tamburi Investment Partners, proprietario del marchio Oviesse. Ora che è tramontato proprio tutto non resta che l’amministrazione straordinaria. Entro 30 giorni verrà nominato un commissario straordinario, che avrà altri 30 giorni per capire in che porto sicuro fare approdare questa barca malconcia e carica di famiglie in cerca di un futuro. “Le incognite sono tante e il rischio che l’azienda venga parcellizzata non trascurabile”, spiega Mario Galati, segretario provinciale della Filcams Cgil.