Curiosità ad Hastagems, ospitata ieri, per tutto il giorno, all’ex chiesa del Gesù sotto l’egida del Parco Paleontologico Astigiano. Tra i richiami della quarta edizione, le meteoriti certificate, l’oro nativo alluvionale di vari corsi d’acqua del Piemonte (tra cui Tanaro e Bormida), i denti di squalo del Sahara marocchino, i pesci fossili del Libano. Minerali di tutto il mondo si sono rincorsi sui vari tavoli espositivi insieme a gioielli Tuareg e pietre dure, mentre di grande effetto sono state le macrofotografie dell’astigiano Bruno Marello sui minerali della pietra di Luserna. Molto interesse anche per gli esemplari fossili mai esposti finora al Museo Paleontologico astigiano: tanti i visitatori che si sono soffermati dinanzi ai rari ossi di seppia (4/5 milioni di anni fa), ritrovati negli affioramenti lungo il Tanaro, i ricci di mare provenienti dal Parco Archeologico di Castello d’Annone, la porzione di tronco silicizzato di due milioni di anni recuperato a Bruno e donato da un privato. Sorprendente la chiocciola marina fossile, la più grande del Pliocene e ritrovata anch’essa nel Tanaro in secca. L’ennesima conferma della varietà e ricchezza del patrimonio paleontologico astigiano. Durante la giornata gruppi di visitatori provenienti dall’affioramento fossile da poco inaugurato in Valle Botto hanno raggiunto il Museo Paleontologico, rimasto aperto insieme alla mostra di Sergio Brumana “Cetacea – Atlante immaginario di balene e altri animali”, prolungata al 25 giugno.