I primi sintomi della tossoinfezione alimentare sono stati riscontrati, nell’astigiano, in coda alla scorsa settimana. Nel giro di due giorni, tra domenica 19 e lunedì 20, si sono presentate al Pronto Soccorso dell’ospedale di Nizza Monferrato due donne che presentavano gli stessi sintomi gastro-enterici: nausea, diarrea e disidratazione. All’esame anamnestico, è stato possibile ricostruirne la medesima provenienza. Entrambe, infatti, avevano pasteggiato la sera prima con cozze comprate nella filiale nicese di una grande catena di supermercati. Sono state visitate e curate al Pronto Soccorso, stante le loro condizioni più serie. Oltre alle due signore, ci sono altrettanti gruppi di persone vicine (un giro di amici da una parte, i famigliari dell’altra) che pur manifestando una sintomatologia simile (evidentemente, più lieve, pur avendo mangiato le stesse cozze), non si sono rivolti all’ospedale.
L’Asl AT si è attivata con la propria rete di controlli, coordinata dal Servizio di Igiene Alimenti e Nutrizione. Dopo aver informato le Direzioni Sanitarie di Asti e Nizza, i tecnici hanno provveduto, con il Servizio Veterinario, a controllare i mitili presenti nelle due sedi astigiane della catena, ad Isola e a Nizza, ponendoli sotto vincolo. La direzione generale della catena, peraltro, aveva già autonomamente ritirato dal commercio tutte le partite ancora presenti. Sono stati inoltre avvertiti i medici di base e i pediatri di libera scelta del territorio.
In giornata, si avranno gli esiti della campionatura di coprocoltura a cui sono stati sottoposti quasi tutti gli interessati dall’intossicazione. Purtroppo non è stato possibile analizzare i resti dei pasti che avevano causato il disagio, visto che non ne era avanzato nulla.
Considerando i tempi comparativamente brevi intercorsi tra l’assunzione dell’alimento e la comparsa dei primi sintomi, appare chiara l’intossicazione da biotossine algali (tra l’altro, è anche il periodo della crescita di questi organismi unicellulari) che ha un tempo d’incubazione di 5-6 ore, più rapido rispetto, per esempio, a una salmonellosi, che si palesa dopo almeno 10 ore dall’ingestione.
“La situazione non è affatto grave – commenta il direttore del Sian, Vincenzo Soardo – si tratta di episodi lievi e sporadici che in certi casi si possono curare senza bisogno di andare in ospedale”.