NIZZA MONFERRATO – Sono sette le ditte che concorrono all’appalto per la costruzione del primo lotto (valore: poco meno di 25 milioni di euro) dell’ospedale della Valle Belbo: invitato dal Pd nicese, sabato scorso, all’incontro sulla nuova struttura sanitaria, il direttore generale dell’Asl AT, Luigi Robino, ha fatto il punto sulle procedure per l’aggiudicazione dei lavori.

Speriamo di poter rendere noto il nome della ditta vincitrice entro i prossimi quindici giorni: la commissione tecnica è al lavoro per vagliare la documentazione. A quel punto ci vorranno almeno tre mesi per procedere alla progettazione definitiva dell’opera, per la cui costruzione saranno necessari tre anni” ha affermato Robino.

La localizzazione della struttura (a 4 chilometri da Nizza, a 6 da Canelli) soddisfa, secondo il sindaco Maurizio Carcione, “le esigenze della valle, oltre a essere baricentrica rispetto ai due centri principali”. Il primo cittadino ha ripercorso il lungo iter per giungere a dare forma al progetto del nuovo ospedale (porta la data del 2005 l’accordo di programma tra Asl, Provincia, Comuni di Nizza, Canelli e Calamandrana) e ha dato atto a Robino, nominato a capo dell’Azienda astigiana nel 2006, di “aver dato immediata spinta nell’attuazione delle linee regionali”.

Chiamata a sostituire l’assessore alla Sanità Eleonora Artesio, la consigliera regionale Angela Motta ha ricordato che “il progetto sul nuovo ospedale della Valle Belbo è una realtà oggettiva contro tutti coloro che non ci hanno mai creduto. La Regione, invece, sostiene la nascita della struttura e investirà complessivamente 49 milioni di euro, anche per dare alla fisiatria l’importanza che si merita”.

La conversazione si è allargata sugli altri servizi sanitari assicurati dall’attuale ospedale Santo Spirito: “Tra Asti e la Valle Belbo – ha spiegato Robino – abbiamo voluto creare un solo asse, impegnando su Nizza le stesse professionalità che operano ad Asti. E intanto continuiamo a lavorare attivamente sulle Case della salute, la prima delle quali faremo nascere, nel 2009, proprio a Canelli”.

Per mettere effettivamente in rete la medicina generale con l’ospedale, ha ricordato il direttore generale, l’Astigiano avrà bisogno di altre Case della salute, oltre alle sei già finanziate: “Il numero giusto è dieci, di cui una da realizzare con Alba o Alessandria per la Valle Bormida, in modo da servire adeguatamente bacini di 10-15 mila abitanti”.