Il sindaco di Asti disponga l’immediata sospensione del Palio del 18 settembre prossimo, in assenza dei requisiti di legge prescritti: questa la richiesta avanzata dalla Lav in una diffida formalizzata in queste ore e inviata al Sindaco della città. La Lav chiede anche l’intervento del Prefetto e dei Nas dei Carabinieri in caso di mancata ottemperanza a quanto previsto dall’Ordinanza del 3 agosto scorso, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 209 del 7 settembre, che vieta “l’utilizzo dei cavalli di razza purosangue inglese”, nei percorsi privi delle “caratteristiche tecniche analoghe a quelle degli impianti ufficialmente autorizzati dal Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali per le corse di galoppo”. Secondo le nuove disposizioni la pista, oltre a dover rispondere ai soliti requisiti di sicurezza già introdotti con la prima Ordinanza del 2009, deve essere ritenuta idonea e attestata nel verbale della Commissione di vigilanza e dal tecnico del fondo per poter effettuare gare di velocità con cavalli di razza purosangue inglese. “Obiettivo della norma è quello di escludere da questo tipo di competizioni cavalli veloci, maggiormente esposti al rischio di cadute e di incidenti mortali. Qualora venisse applicata seriamente questa nuova disposizione del Ministero della Salute, nessun circuito sul quale normalmente si corrono palii e giostre potrebbe essere certificato come idoneo, proprio per le insidie tipiche dei percorsi urbani, con curve strette e traiettorie pericolose” commenta Nadia Zurlo, responsabile Lav Area Equidi. La Lav ha anche sollecitato l’Asl veterinaria a disporre i controlli previsti dalla legge in merito alle necessarie richieste di parere igienico sanitario, in quanto ai sensi della normativa cogente qualsiasi manifestazione che comporti l’impiego di animali deve essere preventivamente autorizzata dal Sindaco, previo parere vincolante del servizio veterinario Asl, competente per territorio, in merito ai requisiti sanitari, igienici e di benessere, già disciplinati a livello nazionale e comunitario, in assenza dei quali sono previste sanzioni amministrative nonché provvedimenti di carattere penale. “Non vogliamo assistere all’ennesimo ‘incidente’ che poteva essere evitato – prosegue Nadia Zurlo – una semplice sospensione, per quanto indispensabile in questo caso, non è che un palliativo non risolutivo e non serve a compiere quell’evoluzione culturale sollecitata dai cittadini di buonsenso, che considerano gli animali esseri senzienti e non giocattoli usa e getta. Simili manifestazioni sono anacronistiche e in contrasto con il sempre più diffuso sentimento di rispetto degli animali. Feste e tradizioni possono essere tutelate senza mettere a rischio la vita altrui”.