Era il febbraio di due anni fa quando in una sala del Comune di Asti i giornalisti vennero convocati per parlare della grande impresa portata a termine dalla rettrice storica di Santa Caterina, Nicoletta Sozio: quella di portare ad Asti i Giochi giovanili della Bandiera, strappandoli alla rivale Volterra.  Si sa poi come sono andate le cose. 

Di lì a poco scoppiò il covid, fermando il mondo intero, e così anche i Giochi. 

Oggi, a distanza di due anni esatti, si torna a parlare dell’evento. Un evento che prevedeva di portare in città oltre mille persone, tra giovani atleti, famiglie e sostenitori. 

“Ci stiamo confrontando con la Federazione – spiega Nicoletta Sozio, rettrice del rione Santa Caterina – Le difficoltà non sono poche, l’organizzazione è molto complessa e, seppur le cose stiano migliorando, sono ancora molte le incertezze. I diversi gruppi di sbandieratori in tutta Italia hanno non pochi problemi. In ogni caso entro la fine del mese si prenderà una decisione, in un senso o nell’altro”.

I Giochi giovanili della Bandiera rientrano all’interno delle manifestazioni nazionali federali organizzate dalla Fisb, Federazione italiana sbandieratori, nata nel 1966 con lo scopo di perpetuare il gioco della bandiera in tutte le sue espressioni folkloristiche, tradizionali e sportive.

Ai giochi possono partecipare tutti i gruppi affiliati alla Fisb e coinvolgono giovanissimi sbandieratori dagli 8 ai 15 anni, suddivisi in categorie e specialità: singolo e coppia di prima (8-10 anni), seconda (11-13) e terza fascia (14-15); piccola e grande squadra, musici, musici in piccola squadra di prima (8-11) e terza fascia (12-15).

Asti potrebbe quindi trovarsi a dare ospitalità ad oltre 800 atleti, senza contare genitori, sostenitori e accompagnatori.

Laura Avidano