Natale è alle porte ma le associazioni di categoria dell’artigianato e del commercio (Confartigianato e Cna per il primo comparto, Ascom Confcommercio e Confesercenti per il secondo) hanno deciso di non fare né regali, né sconti alla Giunta Galvagno che starebbe per portare all’approvazione del consiglio comunale una delibera in cui si contempla la deroga alle chiusure domenicali dei negozi e dei pubblici esercizi (compresi, ovviamente, outlet e grandi centri commerciali) facoltativa per tutto l’anno. In pratica i negozi ed i centri commerciali potranno tenere aperti i propri esercizi quasi senza soluzione di continuità per dodici mesi. Una decisione che, secondo i dirigenti delle quattro associazioni, va nella direzione esattamente contraria a quanto concordato nella Commissione consultiva istituita dal Comune in cui si era trovata, dopo lunghe trattative, un’intesa che aveva messo d’accordo organizzazioni di categoria, sindacati e assessore (Maurizio Rasero). “L’accordo – ha affermato Claudio Bruno, direttore di Ascom Confcommercio, durante una conferenza stampa di denuncia, svoltasi lunedì mattina nei locali di Confartigianato Asti – prevedeva due aperture, nella seconda e quarta domenica di ogni mese, per un periodo di sei mesi a partire dal Gennaio 2011. Un arco di tempo che ci avrebbe consentito di monitorare gli aspetti positivi e negativi dell’iniziativa in vista della definizione del progetto di Qualificazione Urbana che vede protagonisti, tra gli altri, proprio commercianti ed artigiani. E avrebbe anche dato tempo alla Regione per emanare l’attesa legge sull’Artigianato e il Commercio che deve per l’appunto dare le regole per i due settori. La Giunta comunale ha invece deciso in un modo che riteniamo fortemente penalizzante per tutti i negozi di vicinato della città, sia centrali, sia periferici. Questo metodo non ci piace e ci lascia fortemente perplessi”. “Perplessi è un eufemismo – ha rincarato Biagio Riccio, presidente di Confartigianato Asti – io sarei per definizioni più forti e pesanti nei confronti di un’amministrazione che sempre di più prende partito a favore dei centri commerciali con grave danno economico ed occupazionale per i piccoli negozi e le piccole medie imprese che, infatti, continuano a chiudere lasciando il centro storico ed altre zone un tempo commercialmente vivaci della città, in una situazione che prelude alla desertificazione. Abbiamo proposto in queste settimane di avviare lo studio per realizzare un Piano di Marketing territoriale capace di far arrivare visitatori e “clienti” da altre zone del Piemonte e continuiamo ad essere convinti che questa sia la strada giusta per rilanciare l’economia cittadina, ma con questa Giunta non c’è speranza di arrivare a qualcosa di concreto, dovremo fare da soli”. Fortemente critici anche gli interventi dei dirigenti Confesercenti. “La Giunta Galvagno – ha affermato Mauro Ardissone, presidente dell’organizzazione di via Pascoli – è arrivata al punto di delegittimare il suo assessore al Commercio pur di prendere una decisione che ancora una volta favorisce la Grande distribuzione a scapito delle piccole imprese che costituiscono il vero tessuto economico della città e che dovrebbero essere i soggetti protagonisti della creazione del cosiddetto Centro commerciale naturale di cui tutti sembrano farsi gloria senza far nulla per realizzarlo davvero. “Quella di Asti è un’amministrazione comunale schierata ormai apertamente con la Gdo – ha ribadito il direttore Confesercenti, Gioacchino Falcone – ed a cui nulla importa dei negozi di vicinato della città. Caso clamoroso la costruzione di una rotonda di cui nessuno sentiva la necessità in corso Torino esclusivamente per favorire l’accesso ad un grande supermercato, che sta creando problemi di traffico e di accesso a tutti i negozi della zona. Se la situazione non cambia, la Confesercenti non parteciperà più ad alcuna commissione consultiva e questa Giunta risponderà dei suoi atti direttamente ai cittadini”. “A questo punto – hanno concluso lo stesso Riccio ed il direttore Confartigianato, Giansecondo Bossi – continueremo a far pressione sul Comune perché cambi atteggiamento e prenda in considerazione le nostre proposte (l’ultima in ordine di tempo prevede un’apertura dei negozi del centro la prima e terza domenica del mese e di quelli delle periferia, la seconda e quarta n.d.r.) ma siamo anche decisi a procedere da soli per contribuire al rilancio dell’economia cittadina, chiedendo sostegno questa volta ad altre istituzioni come la Camera di Commercio, la Cassa di Risparmio di Asti e gli altri istituti di credito. Già nelle prime settimane del 2011 daremo vita ad un coordinamento incaricato di dare vita ad un programma organico di iniziative a favore delle piccole e medie imprese astigiane”.