Era nascosta in una teira, chiusa in un armadio della cucina di un’abitazione alle porte di Pinerolo. I carabinieri della compagnia di Villanova d’Asti hanno recuperato la teca contenente parte del cervello di don Bosco rubata il 2 giugno nella basilica inferiore del Colle. Già dalla sera del furto gli inquirenti si sono messi all’opera raccogliendo tutti gli elementi utili ai fini delle indagini riuscendo a restringere l’orario di commissione del furto tra le 18 e le 20.20. Il ladro, con un gesto atletico, è riuscito a scavalcare la parete di cristallo posta a protezione del reliquiario, a sollevare la copertura della struttura sotto cui era custodito, asportandone il coperchio e l’ampolla in vetro, dentro la quale era conservata la reliquia. Il tutto in una manciata di minuti, fra un flusso di pellegrini e l’altro. Di estrema importanza si è rivelato il primo sopralluogo e i rilievi tecnici effettuati dal personale del Nucleo Operativo della compagnia di Villanova che sono riusciti a rilevare le impronte che hanno infine dato un volto all’autore del gesto. Si tratta di un 42enne abitante con la compagna in una casa alle porte di Pinerolo. Nella mattinata di ieri il blitz eseguito anche con l’apporto dei carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, del Nucleo Investigativo e di quello Operativo di Asti, del Nucleo Carabinieri Cinofili, del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Pinerolo e degli uomini della Sezione di P.G. della Procura della Repubblica astigiana. Blitz che ha portato al ritrovamento dell’urna proprio nell’abitazione dell’uomo. Il padrone di casa è stato condotto negli uffici giudiziari, dopo un serrato interrogatorio di garanzia, avrebbe confessato le sue responsabilità. L’uomo è stato sottoposto a fermo e tradotto la casa circondariale di Asti. “A quanto pare le ragioni del furto non risiedono né a volontà di chiedere un riscatto e neppure ad una ordinazione di qualche collezionista, ma semplicemente all’erronea convinzione che il coperchio della teca fosse di qualche valore”, hanno precisato gli inquirenti coordinati dal sostituto procuratore Laura Deodato.