Il Roadshow per la prevenzione cardiovascolare “Il Piemonte per il tuo Cuore” coordinato dall’Associazione Italiana Cuore e Rianimazione “Lorenzo Greco” Onlus ha fatto tappa ad Asti in Piazza del Palio il 13 e il 14 ottobre scorsi. L’Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI) di Asti ha partecipato all’evento, allestendo una postazione all’interno del villaggio del Cuore, sia nella giornata di venerdì che in quella di sabato dalle ore 9 alle ore 18. Gli Infermieri in rappresentanza dell’Ordine (in maggioranza della SC Cardiologia dell’ASL.AT) e il Direttore della SC Cardiologia Dott. Scaglione Marco (presente sabato mattina), nel punto di  accoglienza hanno sottoposto i cittadini interessati a un iniziale screening  cardiologico strutturato, attraverso un normale colloquio sugli stili di vita, rilevando alcuni parametri come pressione, frequenza cardiaca, glicemia, peso, ecc, e avvalendosi di alcuni test per individuare ad esempio, il livello di dipendenza da fumo oppure l’aderenza alla dieta mediterranea.

Sulla base dei dati raccolti, in presenza di uno o più fattori di rischio, a voce e con il supporto di brochure, materiale cartaceo, sono stati forniti dei consigli utili per una migliore  possibile prevenzione dalle malattie cardiovascolari. Al termine delle due giornate sono state ben 144 le schede compilate (56 venerdì e 88 sabato), un dato che ha dimostrato partecipazione,  soddisfazione, grande curiosità  e forte interesse  per l’iniziativa rivolta alla comunità.  Confermando naturalmente anche se noto da tempo, che, in una  società dove si dispone di mezzi di comunicazione senza precedenti stiamo assistendo ad un grande paradosso: più i mezzi di comunicazione facilitano gli scambi relazionali, più aumenta nelle persone il senso di insoddisfazione, incomprensione, scarso ascolto e abbandono. Infatti da un punto di vista statistico, analizzando queste schede di valutazione sui fattori di rischio cardiovascolare è emerso che ” adottare stili di vita sani, come mantenere il giusto peso corporeo, non fumare, astenersi dall’alcol, fare attività fisica e avere sane abitudini alimentari” controllano bene  i valori della pressione arteriosa e della glicemia, ma non solo. Nella quasi totalità dei casi  è risultata presente la correlazione sovrappeso-obesità , fumo, alimentazione scorretta e sedentarietà con le pressioni elevate e la glicemia alterata (in diabetici o no). 

Ma le vere questioni epidemiologiche preoccupanti dell’ultimo decennio , confermate durante questo evento sono due: – il riscontro sempre più frequente della presenza dei fattori di rischio per malattia cardiovascolare soprattutto nelle fasce di età tra i 35 e i 60 anni di età, piuttosto che in fasce di età più alte;

– le poche e confuse conoscenze sul riconoscimento dei segnali di allarme di malattia cardiovascolare che necessitano di intervento medico immediato o comunque, meritevoli di approfondimento clinico in tempi rapidi del medico di base o dello specialista cardiologo.

Le 144 persone volontariamente prese in esame sono state per il 34,7 % della fascia di età compresa tra i 71 e gli 80 anni, seguite dal 26,9 % tra i 61 e i 70 anni, 18,8 % tra i 51 e 60 anni. Ben 16 (11,5 %) tra gli 81 e i 90 anni (tutti in buona salute e con pochissimi fattori di rischio) e 11 (8,1 %) sotto i 50 anni.

Diversi , anche con una casistica non così ampia, ma significativi, sono i dati emersi da queste due giornate , a cominciare dal numero di soggetti con nessun rischio cardiovascolare, solo 12 su 144 (8,3 %). 

Molti invece i dati realmente preoccupanti riscontrati sulla prevalenza dell’ ipertensione arteriosa, iperglicemia in diabete non noto, sovrappeso, obesità grave, sedentarietà e dieta scorretta.

Infatti è stata rilevata una pressione elevata a 23 persone non note (quasi una su cinque) per ipertensione arteriosa, invece per quello che concerne gli ipertesi noti, poco più della metà hanno presentato valori poco controllati nonostante la terapia farmacologica.

Ma a fare riflettere ancora di più i professionisti infermieri è stato il dover prendere atto che la maggior parte delle persone controlla pochissimo la pressione, oltre a essere scarsamente aderenti agli stili di vita sani.

Stesso discorso per il diabete, per molti  documentato, ma poco controllato nei valori della glicemia.

Inoltre a 18 volontari dell’iniziale screening cardiologico è stata riscontrata un iperglicemia con un valore superiore a 130 mg%.

Percentuali allarmanti degli esaminati nel riscontro della sedentarietà (23, 6 % dei casi), sovrappeso (25 %), obesità grave (8,3 %), alimentazione scorretta (18,7 %).

Coloro che hanno dichiarato di essere fumatori attivi sono stati solo 12  su 144, tutti sotto i 50 anni. 

A conferma che il fumo secondo i dati ISTAT è più diffuso nella fascia di età tra i 25 e i 44 anni.

Non sono mancati anche casi di soggetti estremamente a rischio di ictus dovuto a un riscontro di Fibrillazione Atriale misconosciuta senza assumere nessuna terapia domiciliare, o grave Scompenso Cardiaco.

Sulla base di quanto emerso in questo evento è ancora di più dimostrato il ruolo chiave  della figura infermieristica soprattutto nel rinforzare l’ambito motivazionale con attività di Counseling, per migliorare l’informazione, l’adozione e il mantenimento nel tempo di stili di vita favorevoli alla conservazione o al recupero della salute. 

Quindi è auspicabile nel prossimo futuro un ruolo più incisivo per gli infermieri, basato sulla collaborazione sinergica con tutte le altre professioni sanitarie. 

A livello locale l’OPI di Asti è sensibile a questa tematica,  allo studio sono numerosi i progetti rivolti verso gli studenti e i cittadini.

Quella dell’infermiere – ha commentato la Dott.ssa Stefania Calcari, presidente dell’OPI di Asti – è tra le professioni sanitarie più vicine ai cittadini e in materia di prevenzione, la professione infermieristica ha un ruolo essenziale.