Il Nursing Up, sindacato degli Infermieri Italiani e delle professioni sanitarie, ribadisce la necessità di un intervento urgente, organizzativo e per l’approvvigionamento di materiali, necessario, indifferibile, per fare fronte all’emergenza che stanno affrontando tutti gli operatori della sanità che lavorano in prima linea ormai da settimane.

 

“È necessario programmare la sostituzione degli infermieri che stanno reggendo l’emergenza in prima linea a gruppi, pensando a delle squadre che possano essere intercambiabili (una al lavoro e una a riposo) per poter far tirare il fiato a infermieri e operatori che sono a pezzi, ben oltre ai limiti sopportabili per i carichi di lavoro. Inoltre, vanno rese operative subito le assunzioni che fino a oggi nonostante le promesse, le parole spese da chi ci governa, non hanno visto nemmeno un infermiere arrivare. Un fatto vergognoso” scrivono dall’organizzazione in una nota stampa.

 

E ancora: “È necessario risolvere più che velocemente il problema di tamponi, promessi e non fatti a tutto il personale, e oggi apprendiamo anche che esiste un problema con i reagenti. L’organizzazione di una unità di crisi e di una struttura regionale che fronteggi questa crisi, deve prevedere e affrontare questi problemi con un piglio diverso e una velocità di reazione diversa. I tamponi vanno fatti a tutti, senza se e senza ma, perché tutelare chi si batte in prima linea è tutelare i pazienti che vengono curati.

Infine, dobbiamo nostro malgrado annunciare che nel pomeriggio partiranno gli esposti alla Procura della Repubblica, per la continua e inammissibile grave carenza di dispositivi di protezione per tutti gli operatori della sanità piemontese, lo abbiamo detto e ripetuto per settimane: a oggi la risposta non è giunta in modo omogeneo. Infatti, se in alcuni territori, grazie solo alle iniziative private come accaduto a Vercelli, gli operatori hanno potuto avere dei dispositivi da utilizzare, in molte altre parti del Piemonte ciò non è avvenuto. Ma non solo: da settimane ripetiamo che sono necessarie line guida chiare e omogenee per affrontare questa emergenza, con confronti diretti e continui con i responsabili e dirigenti delle aziende sanitarie, che nella maggior parte delle aziende piemontesi non hanno avuto luogo. Non siamo stati messi adeguatamente a conoscenza, nel modo più chiaro e circostanziato possibile, delle procedure di sorveglianza sanitaria per il personale Covid e per il resto del personale.

 

Vengono utilizzati strumenti dpi che non trovano una adeguata corrispondenza rispetto alle prescrizioni impartite dall’Istituto Superiore della Sanità, vedasi ad esempio i camici, che in alcune realtà i collegi sono costretti per direttiva a lavare con il cloro, oppure vedasi le mascherine ffp2 che ci viene imposto di utilizzare per più giorni nonostante questo non sia previsto, e quant’altro.

Una situazione inaccettabile”.

 

 

Il Segretario Regionale del Piemonte e della Valle d’Aosta del Nursing Up, Claudio Delli Carri, spiega: “Noi abbiamo il dovere di tutelare chi lavora in prima linea per tutelare le persone che debbono esser curate. Ciò al di là della burocrazia, dei tempi di decisione e di qualsiasi altra cosa. Prima vengono le persone e gli infermieri e chi lavora faccia a faccia con il virus: questo lo devono capire in Regione e all’Unità di Crisi. Se si vuole battere il virus, il primo esercito da valorizzare e difendere è quello del personale che può curare i malati. La situazione attuale sta sfuggendo di mano. L’esposto serve a tutelare i colleghi e gli operatori che sono persone con una famiglia, figli e che hanno una vita, la quale però da settimane è stata completamente sconvolta, diventando solo quella spesa nei reparti di cura oltretutto senza le sacrosante protezioni. Persone che temono per la loro salute e per quella delle loro famiglie, ma che con un coraggio incredibile vanno avanti giorno dopo giorno”.