Il sindaco Fabrizio Brignolo, con gli assessori alla cultura Massimo Cotto e al turismo Andrra Cerrato, ma anche i rappresentanti di tutte le principali istituzioni cittadine si sono ritrovati ieri in municipio per illustrare la candidatura di Asti a Capitale Italiana della Cultura 2020. Fondazione Mazzetti, Fondazione Centro Studi Alfieriani, Polo Universitario Astiss, Fondazione Cassa di Risparmio di Asti ed Ente Parchi si sono ritrovati intorno allo stesso tavolo per condividere l’impegno per una candidatura finalizzata a rilanciare Asti sulla base del suo immenso patrimonio artistico e culturale. Perché Asti 2020. Nel 2019 non ci sarà la Capitale Italiana della Cultura, perché sarà l’anno di Matera Capitale Mondiale, mentre il 2018 sarà l’anno di Palermo: pertanto nel 2020 toccherà probabilmente a una Città del Nord. Asti può mettere in campo di qui al 2020 gli investimenti straordinari (13 milioni di euro) di Vino e Cultura, oltre alle grandi mostre di Palazzo Mazzetti, l’eccellenza unica del Museo dei Fossili e di Vittorio Alfieri. La coscienza di Asti Città d’Arte. La costruzione della candidatura sarà l’occasione per lavorare tutti insieme e accrescere la consapevolezza del potenziale artistico, culturale e turistico del nostro territorio. Dossier entro il 15 settembre. Il dossier di candidatura dovrà essere presentato al Ministero entro il 15 settembre. Il Monferrato. Presente alla conferenza stampa anche l’assessore al turismo di Casale Monferrato. “Anche Casale si è candidata, pertanto fino all’aggiudicazione saremo rivali –ha spiegato il sindaco Fabrizio Brignolo- ma un minuto dopo se il titolo sarà riconosciuto ad Asti, Casale sarà nostra alleata e viceversa, perché sta funzionando la promozione unitaria di tutto il Monferrato”.