Dall’etichetta d’origine Ue su tutti i prodotti alimentari al sostegno delle aziende agricole contro le pratiche sleali fino alla semplificazione burocratica. Queste, sono alcune delle proposte lanciate dalla Coldiretti, durante il presidio del Brennero, in vista delle prossime elezioni europee; il tutto, per fermare l’invasione di prodotti alimentari stranieri, spesso, spacciati per italiani.

La raccolta di un milione di firme, per ottenere trasparenza lungo la filiera agroalimentare, sostenuta anche presso i mercati di Campagna Amica e negli uffici Coldiretti nonché promossa da una campagna social #nofakeinitaly, è solo il primo passo per portare l’Unione Europea a un cambio di prospettiva, volta al sostegno della sovranità alimentare.

Durante la due giorni di presidio, sono stati numerosi gli esempi di “fake in Italy” riscontrati alla frontiera, tra cui: carni di maiale danesi dirette a Modena per diventare prosciutti italiani; uva indiana spedita a Novara; frutta sudafricana proveniente dalla Moldavia diretta in Sicilia; preparati industriali a base di uova fatti in Polonia e indirizzati a Verona; un tir carico di grano senza tracciabilità…

“Troppi prodotti stranieri diventano italiani varcando i confini” ha ricordato il Presidente Coldiretti Asti Monica Monticone.“Una pratica inaccettabile, che Coldiretti contesta da lunga data, pretendendo trasparenza e tracciabilità”.

Poi, Coldiretti richiede la revisione del criterio adottato dal Codice doganale dell’Unione, che permette di vendere come italiani e/o col nome “nostrano” o “di fattoria”, alimenti provenienti dall’estero.

Inoltre, occorre insistere sul principio di reciprocità, affinché tutti i prodotti in ingresso in Europa rispettino, in fatto di sicurezza alimentare, la tutela dell’ambiente e del lavoro, nonché le stesse normative comunitarie. 

Tra le richieste, poi, non manca quella riferita ad una maggiore semplificazione burocratica che, sulla scia dei risultati già ottenuti dopo le mobilitazioni a Bruxelles, punti all’alleggerimento degli adempimenti a carico delle aziende. Si tenga conto che, oggi, gli agricoltori spendono un terzo del loro tempo per riempire moduli e compilare documenti.

La nuova Ue, poi, dovrà garantire mercati equi e trasparenti, incentivando gli accordi di filiera e vietando la vendita sotto i costi di produzione.

Al prossimo Governo europeo Coldiretti chiede anche di incrementare i fondi Pac per assicurare l’autonomia alimentare dei cittadini europei e per favorire il ricambio generazionale, riconoscendo e sostenendo il ruolo degli agricoltori come custodi degli ecosistemi e della biodiversità.

“Anche Coldiretti Asti ha presenziato al Brennero con una nutrita rappresentanza di agricoltori, per dire no al falso Made in Italy, no alla concorrenza sleale e sì il rispetto del principio di reciprocità” hanno ribadito il Presidente Coldiretti Asti Monica Monticone e il Direttore Giovanni Rosso.