Oltre 600 agricoli hanno gremito il Teatro Alfieri di Asti, martedì 30 aprile, per celebrare tutto l’Orgoglio Coldiretti, nell’80mo dalla nascitadel sindacato degli agricoltori, più rappresentativo d’Italia. A rendere ancor più solenne l’appuntamento, in apertura, tutti in piedi ad intonare all’unisono l’Inno di Mameli.

Correva l’ottobre del 1944 quando Paolo Bonomi diede impulso e vita alla Coldiretti mettendo insieme le prime migliaia di contadini, rappresentati dalla pala con le tre spighe, emblematico simbolo rimasto intonso, nel tempo, nel significato e nei colori più vividi e schietti.

Come non ricordare: l’introduzione delle pensioni di vecchiaia e della mutua, la grande riforma agraria, il Piano Verde con 2 milioni di ettari nelle mani dei contadini (la più grande redistribuzione pacifica di ricchezza mai avvenuta), e, poi ancora, l’alfabetizzazione mediante l’introduzione della televisione nelle case… Coldiretti divenne presto grande forza sociale, politica e autonoma capace di uscire dai propri confini.

Seguirono: la Legge di Orientamento per l’apertura dei Mercati Contadini (1200 in tutt’Italia, di cui 4 ad Asti, con 70.800 agricoltori e lavoratori coinvolti per un fatturato di 6miliardi – dato Ismea), e la Filiera Italia, con 120 imprese e oltre 70 miliardi di fatturato agroalimentare aggregato con più del 60% di export.

Nel pieno vigore delle sue 80 primavere, Coldiretti continua ad essere autorevolezza, capacità di incidere nei processi decisionali al vantaggio del settore agricolo e garanzia per il sistema dei servizi, in grado di leggere i bisogni, risolvere i problemi e suggerire consulenze aggiornate, per ben posizionare le imprese sui mercati locali, nazionali e internazionali.

Ne sono alcuni esempi, tra gli ultimi: la ristrutturazione e rigenerazione del debito bancario delle imprese agricole fino a 25 anni con garanzia pubblica; il credito di imposta su gasolio agricolo; la decontribuzione per le imprese zootecniche; il sì all’uso del digestato come fertilizzante; 35milioni di euro per nuovi aiuti alle filiere con anticipo dell’80%; il via al Decreto per 1,5 miliardi di euro del PNRR per pannelli fotovoltaici sui tetti per favorire l’autonomia energetica delle imprese; la pubblicazione del Decreto per 1,2 miliardi di euro del PNRR sui contratti di filiera per favorire un più equo riparto del valore; lo sblocco dei pagamenti AGEA per 86milioni di euro quali aiuti agli allevatori.

Ultimi in ordine di data, gli appuntamenti di Bruxelles e al Brennero, la raccolta firme contro il cibo sintetico e contro la concorrenza sleale, nonché l’azione contro il consumo ingiustificato del suolo. Anche a livello locale, la voce Coldiretti si è fatta sentire con il recente intervento della presidente Coldiretti Asti Monica Monticone espressasi contro la soluzione gialla della mini-tangenziale, che andrebbe ad annullare gran parte dell’unico polmone agricolo della città.

Ma Coldiretti non è contro tutto. E’ contro ciò che pregiudica e ferisce il comparto agricolo, nella sua accezione economico-produttiva e storico culturale, nonché ambientale e di sicurezza alimentare, ed è a favore della difesa del Made in Itlay, del giusto prezzo, della tracciabilità e trasparenza dei prodotti agroalimentari, della sostenibilità ambientale, sociale ed economica, nonché di quel valore aggiunto tutto italiano rappresentato dal lavoro dei nostri agricoltori, che sono massima espressione di un mestiere d’esperienza, di rispetto e di competenza.

Dopo decenni di crescita della fiducia popolare, il 2024 è stato segnato da un’inversione significativa del trend, fortunatamente risalito altrettanto nettamente, grazie alle azioni concrete che la stessa Coldiretti ha gestito direttamente ai tavoli istituzionali nazionali ed europei.

Semplice e profondo allo stesso tempo, il messaggio di apertura della presidente Monticone, nel ricondurre “l’impegno del sindacato ad una dimensione che sia sempre a misura di agricoltore, perché le battaglie sono importanti e necessarie, ma mai devono perdere di vista l’ascolto, il dialogo, la morigeratezza e le relazioni umane. Ed è in questa dimensione, che Coldiretti Asti continuerà a distinguersi concorrendo alla migliore reputazione del nostro sindacato. I virtuosismi locali che, con sudore e fierezza, in queste nostre terre sono numerosa e fervente presenza, siano il migliore esempio per tutti e la forza per ognuno di noi”. 

L’Assemblea è poi stata occasione per ospitare cinque qualificati interventi per un focus su: viticoltura, con il vice presidente e vigneronGianfranco Torellizootecnia, con il vice presidente e allevatore Andrea Rabino (altresì presidente di Anaborapi), fauna selvatica con Luigi Franco componente Comitato Atc At nord sud, di cerealicoltura, con Felice Ferrero consigliere di giunta Consulta Cerealicola regionale, e del progetto Barbera Amica e del Centro Studi Vini del Piemonte, con Secondo Rabbione (seguirà specifico comunicato stampa).

Apprezzati, a seguire, i saluti dei rappresentanti dei diversi movimenti: “Le Donne Coldiretti completano, implementano e variegano la dimensione agricola astigiana con un pluralismo di sensibilità, di proposte, impegni e iniziative in ambito sia sindacale, sia agro/enoturistico e sia sociale” ha detto la responsabile Paola Arpione. “Ci troviamo ad essere giovani agricoltori in uno dei momenti di maggiore sofferenza per l’agricoltura, ma abbiamo dalla nostra l’entusiasmo e un sindacato che ci sostiene” ha proseguito Alessandro Caruso delegato dei Giovani Coldiretti, per poi ricordare gli impegni su: revisione della Pac, bandi e sburocratizzazione, oltre che su azioni di formazione/informazione presso le scuole. “Nell’astigiano gli agriturismi stanno registrando soddisfazioni crescenti” ha aggiunto Giovanna Soligo presidente di Terranostra; “chi cerca i nostri agriturismi, sa di trovare la qualità delle materie prime a km0, la professionalità e il prezioso dialogo diretto che arricchisce la narrazione di ogni piatto”. Così, Mario Raviola dei Pensionati Coldiretti: “Grazie a Coldiretti, nel tempo, il mondo agricolo ha agito sempre con compattezza e unione conquistando i risultati più importanti e sostanziali per il comparto, restando un sindacato sempre verde per filosofia e visione”.

Infine, la chiosa del Direttore Giovanni Rosso, incentrata sulle mobilitazioni presenti e future di Coldiretti che hanno portato: “alla proroga del quadro temporaneo degli aiuti di Stato per andare oltre il De Minimis per tutto il 2024; alla semplificazione della PAC con l’azzeramento della burocrazia sotto i 10 ettari; alla votazione delle modifiche proposte dalla Commissione Europea; alla modifica e sospensione di alcune condizionalità ambientali; al rafforzamento europeo delle regole sulle pratiche commerciali sleali; all’impegno da parte degli Stati membri a destinare adeguate risorse alla PAC”.

La lunga lista non finisce qui. “Ora, l’impegno è concentrato su: abolizione del codice doganale sui cibi; etichettatura trasparente sull’origine per tutti gli alimenti; aumento dei controlli alle frontiere; raccolta firme per una legge di iniziativa popolare. Inoltre, l’impegno continua su: principio di reciprocità; sur-fitofarmaci; packaging; IED Emissioni; SPG, Atm Ucraina e ripristino della natura.  Un’agenda corposa e di spessore che, ancora una volta, con orgoglio ci differenzia e identifica”.

A chiudere i lavori assembleari, l’atteso e lungamente applaudito saluto del Delegato Confederale Bruno Rivarossa.