Sarà presente anche il presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte Alberto Sinigaglia, domani alle 19,  in occasione dell’incontro in Vescovado con i colleghi tradizionalmente convocato da monsignor Francesco Ravinale per San Francesco di Sales. E’ la particolare congiuntura legata alla riforma degli Ordini, con l’ansia che serpeggia tra gli iscritti all’albo, a rendere necessari un chiarimento e una rassicurazione da parte del presidente Sinigaglia, che precisa subito:  “Fino al 13 agosto tutto rimarrà com’è adesso”.
Le preoccupazioni sono motivate?
“Le voci che si stanno rincorrendo in questi giorni sono non solo infondate, ma anche pericolose. Gli allarmismi creano disagio e tolgono lucidità. La situazione è sotto controllo da parte dell’Ordine che sta dialogando con il Governo per stabilire il dettaglio di una legge nella quale sono indicate già le linee di tendenza. La grande confusione di questo momento deriva dai molti dibattiti, le molte assemblee, che non sempre sono elementi positivi: a volte nascondono solo voglia di protagonismo, fini personali o politici”.
In cosa consisterà la riforma?
“La riforma, ancora in gestazione, comporterà per l’Ordine complessi compiti di formazione dei praticanti giornalisti e dei nuovi giornalisti pubblicisti, e – tra le più importanti prospettive – l’aggiornamento professionale obbligatorio di tutti gli iscritti. Facile immaginare quanto maggiore sforzo organizzativo ciò comporterà. Sul fronte della riforma dell’Ordine, anche il Consiglio del Piemonte collabora con il presidente Iacopino e con il Consiglio nazionale a definire le linee di trattativa con il governo. E’ di pochi giorni fa l’approvazione e la pubblicazione di un documento dal titolo “Linee guida di riforma dell’ordinamento giornalistico” che l’Ordine porterà sul tavolo del Ministero di Grazia e Giustizia”.
Un aspetto cruciale, anche per il numero di persone coinvolte, è quello che riguarda i pubblicisti: cosa sarà di loro?
“L’Ordine difenderà i diritti acquisiti di chi è già iscritto all’albo, continuando peraltro i ciclici controlli che già da anni vengono effettuati per verificare l’effettiva attività degli iscritti. Ferme restando dunque l’unicità dell’Albo e i diritti acquisiti dagli iscritti all’entrata in vigore riforma, potrà permanere un doppio elenco: nel secondo saranno collocati coloro che occasionalmente scrivono, come un medico o un filatelico che tengono una rubrica periodica sulla loro materia, mentre nel primo rientrerà chi svolge professionalmente l’attività giornalistica. Certo, adesso le necessità della crisi portano gli editori a tentare di risparmiare usando i pubblicisti come professionisti, ma è bene che chi svolge questa attività abbia un titolo, e il diritto a un pagamento dignitoso. C’è un nuovo contratto allo studio, ma è subordinato al perfezionamento della legge, ma anche su questo alcune cose sono già sicure. All’ordine spetterà un complesso lavoro di preparazione e formazione delle nuove leve, aiuto ai pubblicisti per farli arrivare preparati all’esame di stato. La formazione permanente poi è compito essenziale dell’Ordine: il principio, da introdursi nella regolamentazione riformatrice, persegue l’obiettivo di stabilire un obbligo di aggiornamento, contravvenendo il quale si determina un illecito disciplinare. La formazione permanente dovrà essere coordinata dal Consiglio nazionale mediante appositi regolamenti, sarà obbligatoria per tutti gli iscritti e avverrà tramite l’attribuzione di crediti”.
“Fino ad agosto c’è tempo per trattare – conclude Sinigalia -. L’umore è buono e l’atteggiamento costruttivo. Mi sento di rasserenare gli iscritti a entrambi gli elenchi e  nel frattempo invitare i pubblicisti che abbiano i requisiti per chiedere il praticantato a fare domanda quanto prima”.
MN