L’umanizzazione delle cure è uno degli obiettivi che la Regione Piemonte ha indicato ai direttori generali delle Aziende sanitarie e sul quale molte realtà si stanno attivando con risultati positivi. Si tratta di porre il malato al centro della cura: il tema dell’umanizzazione è stato inserito per la prima volta nel Patto per la salute 2014-2016, dove si afferma che “nel rispetto della centralità della persona nella sua interezza fisica, psicologica e sociale, le Regioni si impegnano ad attuare interventi di umanizzazione in ambito sanitario che coinvolgano aspetti strutturali, organizzativi e relazionali dell’assistenza”. “Progettare spazi verdi dedicati al pazienti nel perimetro degli ospedali è una delle pratiche di umanizzazione che riscontrano maggior interesse – spiega l’assessore alla sanità della Regione Piemonte Antonio Saitta– e le prime esperienze sono già state avviate con successo ad esempio all’ospedale Mauriziano a Torino e al San Luigi di Orbassano, molte altre sono allo studio in altre realtà del Piemonte. Proprio nei giorni scorsi ho condiviso la proposta che il direttore dell’Asl di Asti, Ida Grossi, mi ha sottoposto“. In pratica, l’ospedale Cardinal Massaia di Asti, una delle strutture ospedaliere più recenti del Piemonte ed anche più grandi sul territorio, ospiterà la realizzazione di un giardino terapeutico che la Direzione aziendale sta studiando nei dettagli. ” L’intenzione – spiega Ida Grossi, direttore generale dell’Asl di Asti – è di utilizzare una parte degli ampi spazi sia interni che esterni dell’ospedale Cardinal Massaia che si trova in una zona della città densa di aree verdi, parchi e giardini, per un progetto da mettere a disposizione dei pazienti e dei loro famigliari, proseguendo in un percorso già iniziato con la messa a dimora, nell’area del Cardinal Massaia di alcuni alberi di Tiglio tipici del nostro paesaggio. A questo si aggiunge un’attività per i pazienti in terapia della struttura delle dipendenze che si inserisce  a pieno titolo nel Programma della coltivazione degli “orti sociali”. “Una scommessa – dichiara Luigi Bartoletti direttore del Serd – che sta funzionando con un miglioramento dello stile di vita delle persone che hanno aderito al progetto stesso”.