Sassi che, con l’uso sapiente del colore, diventano pesci e conchiglie o che si trasformano in sculture che evocano la potenza di una cascata d’acqua: sono le pietre del Tanaro che la rassegna Verdeterra ha proposto, da venerdì a domenica scorsi, sotto un’inedita veste.
Nelle mani di artisti piemontesi e stranieri i sassi sono diventati opere d’arte che il Comune di Isola d’Asti, dopo questa esposizione proposta al Castello di Villa insieme all’Associazione culturale Comunica, punta a collocare in uno spazio permanente.
Un progetto unico nel suo genere, così come ambizioso è l’obiettivo cui si guarda a partire dal 2012: implementare la collezione di pietre del fiume – ha spiegato Clizia Orlando, che ha curato la mostra – con il lavoro di nuovi artisti, che si vorrebbe invitare a Isola per farli lavorare “in diretta”.
Si vedrà. Nel frattempo da oggi i sassi del Tanaro torneranno a essere custoditi in Municipio, dove potranno essere osservati nella sala consiliare e in altri ambienti. A firmarli, Armando Brignolo, Paolo Fresu, Giancarlo Gianotti, Eugenio Guglielminetti, Roberto Ilengo, Giovanni Lisa, Ingeborg e Martin Matschke, Rosario Nuccio, Giuseppe Orlandi, Sergio Omedè, Marcello Peola, Lia Rinetti, Sergio Rizzardi, Patrizia Rota, Lilli Salvaneschi, Walter Spessa, Roy Wood.
Le pietre continueranno a raccontare ognuna una storia diversa che parla di pace e culture lontane, di arte astratta o di legami sentimentali con paesaggi nostrani escorci di fiume; continueranno a fermare le pagine di un libro di legno (tra le ultime sculture ad approdare nella collezione) o evocheranno la caccia dell’uomo contro la balena (tra i primi lavori dipinti, raccolti a partire dal 1996).
Nel fine settimane, intanto, si è anche conclusa alla Fondazione Guglielminetti la mostra di collages, pagine litografiche e racconti parlati “Fuori dalle Mura Astesi, lungo gli argini del Tanaro, al plenilunio… Le fantastiche visioni di Cleria, Clamara e Clamenia”. Molti gli astigiani accorsi per vedere i lavori di Eugenio Guglielminetti per “Il carro volante”, ordinati da Marida Faussone e Giuseppe Orlandi, e ascoltarne la voce nell’intervista di Laura Nosenzo in cui il Maestro racconta il suo rapporto di amore con il Tanaro.
Terminata la sezione artistica e recuperata, venerdì scorso con buona partecipazione, la visita guidata al cantiere del futuro Museo Paleontologico Territoriale dell’Astigiano e del Monferrato gestito dall’Ente Parchi, Verdeterra proseguirà nei prossimi mesi con le attività didattiche e la raccolta di vecchi materiali e testimonianze sul Tanaro.