FIGLI DELLE STELLE
Regia: Lucio Pellegrini
Interpreti: Pierfrancesco Favino, Fabio Volo, Giuseppe Battiston, Claudia Pandolfi, Paolo Sassanelli.
Un giovane portuale del nord-est d’Italia (Fabio Volo), un ricercatore universitario un po’ stagionato (Giuseppe Battiston), un precario che passa da un lavoretto all’altro (Pierfrancesco Favino), un’aspirante giornalista tv (Claudia Pandolfi) ed un uomo appena uscito di galera (Paolo Sasselli), delusi dalle loro vite decidono di rapire un politico, di chiedere un riscatto e, con i soldi ottenuti, risarcire la moglie della vittima di un incidente sul lavoro. Sono un gruppo improvvisato e totalmente incompetente, che fallisce del tutto la missione: anziché rapire il ministro, infatti, sequestrano un oscuro sottosegretario. Pur consapevoli dello scambio di persona, una volta braccati dalle forze dell’ordine e dai media, si troveranno coinvolti in una fuga surreale tra le montagne della Valle d’Aosta. “Figli delle stelle” è una commedia dell’assurdo che racconta la convivenza tra un gruppo di improbabili rapitori e un politico incredulo, e lo fa stando vicino ai suoi protagonisti con uno sguardo ironico e drammatico al contempo.  ?

GORBACIOF
Regia: Stefano Incerti
Interpreti: Toni Servillo, Yang Mi, Geppy Geijeses, Gaetano Bruno, Hal Yamanouchi.
Toni Servillo è  Marino Pacileo, il contabile del carcere napoletano di Poggioreale, detto Gorbaciof a causa di una macchia violacea sulla fronte. Uomo schivo e silenzioso, coltiva due grandi passioni: il gioco d’azzardo e la giovane Lila, figlia del cinese che mette a disposizione il tavolo per le carte. Quando scopre che quest’ultimo ha contratto un debito che non può pagare, Gorbaciof decide di prendersi cura della ragazza e, per farlo, dapprima sottrae dei soldi dalla cassa del carcere poi accetta di partecipare ad altre più pericolose attività. La settima prova da regista per Stefano Incerti è un’opera insolita e audace, che poggia largamente sulla mimica e il carisma espressivo dell’attore protagonista. Sullo sfondo c’è Napoli, fotografata come città multietnica con i suoi rumori e le sue contraddizioni.