In vista del dj set che ci sarà domenica sera a Ferrere, abbiamo intervistato Andrea
Cremonini, in arte Dj Cream, giovane produttore e dj emiliano che questo weekend farà
ballare il pubblico del Monferrato On Stage con la sua musica, che a lui piace definire una
rivisitazione della house classica.
Quale è stato il motivo, l’esperienza o la passione che ti ha portato a scegliere di fare
della musica la tua professione? Questa è il tuo fine ultimo o è un mezzo per fare,
raggiungere qualcos’altro?

Da quando ho visto per la prima volta un giradischi e un disco in vinile purtroppo diciamo
che ho perso la testa completamente e volevo sapere esattamente come funzionasse quella
cosa, a che cosa servissero. Una volta che ho capito allora ho detto: mi piace parecchio
questa cosa, mi piace farlo, ho iniziato a fare delle mini compilation per i miei amici,
dopodichè ho capito che comunque mi piaceva, che poteva essere un qualcosa che poteva
diventare il mio lavoro e col passare degli anni pian pianino è diventato il mio lavoro
principale. Ecco, il fine ultimo sarebbe proprio questo: renderlo completamente il mio lavoro
principale.
Essendo, tu, di Bologna, c’è qualcosa che ti ha regalato o continua a regalarti,
professionalmente e non, questa città? Nella tua attività di dj, quanto ne ha fatto e ne
fa parte?

Parecchi anni fa c’erano diverse feste underground a Bologna che mi hanno ispirato molto.
Purtroppo col passare degli anni sono andati scemando, cioè sempre meno sempre meno,
ma la cosa che mi ha un attimo rincuorato è che, avendo visto queste feste sciamare e
avendo preso piede sempre di più nella lightlife di Bologna, sono riuscito a crearmi la mia
festa, il mio party che pian piano ha dato ispirazione anche ragazzi adesso più giovani per
continuare a inseguire quella strada. Sono molto contento perché vedo che Bologna adesso,
rispetto a quando magari avevo vent’anni io, sta cambiando e sta ingranando, si sta
allineando sempre di più, a livello ovviamente di nightlife e clubbing, io parlo di quello, alle
grandi città europee. Siamo ancora un po’ indietro, parlo per Bologna, però mi ha dato tanto
quando ero molto piccolo, c’è stato un momento in cui c’è stato un po’ di stallo e adesso
vedo che comunque sta rinascendo. Quindi, ecco, nel mio piccolo, insieme a dei miei amici,
avevamo creato un collettivo e ci sentiamo di aver fatto un buon lavoro.
Riguardo ai giovani e all’attuale scena dance ed elettronica, credi che i social network
la influenzino, o credi che siano un mezzo per far conoscere nuovi artisti?

Sicuramente i social network hanno completamente rivoluzionato il gioco, perché una volta
non era possibile farsi vedere in questo modo in tutto il mondo, servivano degli altri canali,
dovevi un attimo conoscere di più, magari far arrivare proprio il disco, mandarlo tu all’estero
e sperare che comunque venisse comprato nei vari negozi e ascoltato. Adesso con i social
network si è aperto un nuovo panorama che sì, aiuta parecchio, ma allo stesso tempo ha un
attimo intasato il mercato con parecchi prodotti non sempre all’altezza, secondo me, del
lavoro che è richiesto. C’è da dire, però, che sono assolutamente a favore, perché ci sono
ovviamente dei dei contro però i pro sono veramente tanti: riuscire adesso anche solo nel
momento in cui sei già in studio, quando il disco non è ancora stato rilasciato, tu con una
storia su Instagram, o con un video, hai già la possibilità di far arrivare alle orecchie di,

magari, un’etichetta discografica già una bozza che tu hai proposto in studio. E, parlo per
esperienza personale, molto spesso anche solo grazie a uno di questi video su Instagram si
riesce a finalizzare un disco perché magari appunto l’etichetta dice beh questo sono
interessato a questo qui, vorrei farne altre due simili, però l’ha scoperto appunto da
Instagram, per esempio. Quindi, secondo me, i social network stanno aiutando parecchio.

L’intervista completa sul prossimo numero della Gazzetta d’Asti in edicola da 7 venerdì luglio 2023
Dana Proto