L’incontro di questa settimana è con uno dei personaggi storici della cultura astigiana, il “maestro” Alessio Bertoli. Attore, regista, formatore, fondatore dell’associazione Nig–Idee Globali, direttore della scuola Teatralmente, Bertoli è un’artista a tutto tondo.

Spirito libero e irrequieto, si è sempre contraddistinto per la sua ironia graffiante e per la sua franchezza. Abbiamo l’occasione di incontrarlo nel suo habitat ideale la “Casa del Teatro” e scambiare con lui quattro chiacchiere in occasione dello spettacolo “La Cucina è chiusa “che lo vede nei panni di regista e che andrà in scena venerdì 31 marzo allo Spazio Kor.

Ci parli de “La cucina è chiusa” che dopo il grande successo di due anni fa al Michelerio ritorna allo Spazio Kor…

“E’ stata un sfida partita nel 2019 che ha avuto una lunga gestazione anche per l’arrivo della pandemia. Innanzitutto abbiamo dovuto trasformare lo scritto di Paolo Ferrero in un testo adatto alla scena teatrale, si trattava di linguaggi diversi che andavano amalgamati. Ci siamo riusciti e lo spettacolo presentato alla rassegna “Estiamo insieme” dell’estate 2021 è stato il più visto. Ancora nel pieno della pandemia abbiamo incuriosito il pubblico attraverso i social, con brevi trailer, piccole interviste ironiche. In questo modo abbiamo superato i duemila followers”.

Qual è il significato de “La cucina è chiusa”?

“Inizialmente era stato concepito come un omaggio alla memoria del gastronomo astigiano per eccellenza, l’avvocato Giovanni Goria, un personaggio unico legato alla cultura della gastronomia e del buon gusto, completamente dimenticato dalla città di Asti.Il testo si è trasformato in un’originale riflessione sul mondo del mangiare e bere contemporaneo infarcito di mille trasmissioni televisive e, di conseguenza, in una metafora esistenziale”.

Questa volta il palcoscenico sarà quello dello Spazio Kor.

“Lo spettacolo è stato inserito nel cartellone Extra della stagione di Teatro e sarà presentato in una postazione molto suggestiva come lo Spazio Kor. Fui proprio io a inauguralo diversi anni fa con lo spettacolo “Infinita letizia della mente candida”, con Chiara Buratti. La scenografia creata da Marco Aru era nel 2021 un monolite su di un palcoscenico all’aperto, allo Spazio Kor si trasformerà in diversi pezzi sparsi sulla scena. I protagonisti Alberto Barbi e Isabella Tabarini dovranno dialogare muovendosi in uno spazio diverso. Il ristoratore e la cameriera hanno trascorso gran parte della loro grigia esistenza, lavorando indefessamente fianco a fianco senza mai realmente conoscersi. Il disfacimento delle loro esistenze non è altro che una metafora del degrado di una società legata solo alle apparenze ed alle finzioni”.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 24  marzo 2023

Massimo Allario