Il personaggio sportivo di agosto non poteva non essere Alice Sotero. Alle olimpiadi di Tokyo un quarto posto di grande spessore. Con uno straordinario valore tecnico ha portato Asti e l’Italia nel mondo.
“La più bella esperienza che potevo vivere – le parole di Alice Sotero -. Emozionante per i risultati più grandi di sempre per gli atleti italiani. Da pelle d’oca. Da parte mia ho fatto una olimpiade strepitosa, anche senza medaglia. Nella scherma, una grinta da mangiare tutte le avversarie. Era il mio tallone di Achille ma sono riuscita a lavorare benissimo. Nel nuoto ho tenuto i miei standard, mantenendo se non guadagnando posizioni in classifica. Nella equitazione mi sono sentita un po’ preoccupata sul cavallo assegnato e il percorso non facile ma è andata bene. Nel tiro venivo da un periodo dove non c’erano buone sensazioni, difatti in gara sono usciti tutti i mostri che avevo costruito. In generale sono soddisfatta di come ho tenuto soprattutto mentalmente, senza andare in difficoltà”.
Per un soffio non hai centrato un bronzo o un argento. I numeri parlano chiaro: 22 secondi dalla vincitrice la britannica Kate French e 5 secondi dal podio.
“In gara ero concentrata su cosa stavo facendo senza preoccuparmi della classifica. Non mi ero accorta che potevo essere a medaglia; ho realizzato del quarto posto solo quando sono arrivata al traguardo. Certo non l’ho presa bene. Tuttora, a volte, i pensieri di rammarico scappano. Ma non voglio vivere nel rimpianto della medaglia. Se mi avessero detto, prima di partire, del quarto posto, avrei messo la firma”.
Miglior piazzamento di sempre di una atleta astigiana, azzurra, alle olimpiadi.
“Sono contenta, anche se ho preso male questo quarto posto. Alla fine però ho realizzato di avere fatto una bella gara con un ottimo risultato. Devo essere un po’ felice di me stessa”.
La parte più bella e quella più brutta della tua esperienza olimpica.
“Quella bella, avere con me a Tokyo il tecnico di scherma che da cinque anni mi allena. Poi bellissimo partecipare con una compagna come Elena Micheli alla sua prima olimpiade. Ci siamo state molto vicine proprio nei momenti più delicati. La parte brutta è non avere accanto proprio in quei momenti difficili, le persone più care, gli altri allenatori che per il covid sono rimasti a casa. Ho patito enormemente questo particolare”.
L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 27luglio 2021
Giuseppe Pio