Ha militato nel Partito Socialista e in Forza Italia, ma questa corsa alla carica di sindaco la affronta appoggiata dalla lista civica CambiAmo Asti. Angela Quaglia è determinata a portare avanti le battaglie per la sicurezza e al miglioramento dell’attratività di Asti. Come è nata la sua candidatura? “La mia candidatura nasce dal fatto che negli ultimi cinque anni ho fatto il consigliere comunale, occupandomi dei problemi della città e mantenendo un rapporto con tanti cittadini. E proprio questi cittadini a un certo punto mi hanno detto che era il momento di dare una svolta alla città, chiededendomi di mettere insieme una squadra e candidarmi alla carica di sindaco”. Lei si è candidata appoggiata da una lista civica, ma per anni ha militato in partiti e coalizioni. Sono stati loro a decidere di non appoggiarla o è stata lei a non considerarli i compagni di viaggio giusti per questa campagna elettorale? “Io ho proposto ai partiti la mia candidatura oltre un anno e mezzo fa. Speravo che alcuni di coloro che avevano condiviso con me un pezzo di strada potessero schierarsi dalla mia parte. Ho lasciato ciascuno libero di fare le proprie scelte, e loro hanno scelto una coalizione più improntata al potere che ai contenuti”. Uno dei temi ricorrenti nel dibattito ad Asti è stata l’accusa che negli ultimi anni sia stata troppo favorita la grande distribuzione commerciale a scapito di quella piccola, portando così anche a un impoverimento del centro della città. Come si comporterebbe al riguardo un’amministrazione comunale da lei guidata? “Io sono contraria all’idea di vietare la grande distribuzione, perché credo che la concorrenza con la piccola crei vantaggi per il consumatore. Inoltrem grande e piccola distribuzione possono insieme creare attrattive per i visitatori esterni. Sicuramente non devono essere aperti nuovim grandi insediamenti commerciali. Il commercio in centro città deve essere qualificato, e aiutato a diventare tale”. L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da veenrdì 2 giugno 2017. Mi. C.