La stagione di prosa dell’Alfieri procede senza soste con spettacoli di alto livello.

Giovedì prossimo 1° febbraio sarà la volta di “1984”, il nuovo adattamento del romanzo di George Orwell, con Violante Placido, Ninni Bruschetta e Woody Neri, regia di Giancarlo Nicoletti.

Il capolavoro orwelliano è probabilmente la rappresentazione più forte di ogni totalitarismo, oltre che uno dei libri più letti e amati della storia. Nella visione di Icke e Macmillan “1984” mantiene intatta tutta la sua sconvolgente attualità e si trasforma in un vero e proprio “tour de force” spettacolare, a metà fra thriller, storia romantica, grande letteratura e romanzo noir.

Tra i protagonisti sulla scena ci sarà anche una giovane attrice astigiana, Chiara Sacco, che ci racconta di questa sua grande esperienza in un cast d’eccezione e ci parla dei suoi sogni di artista che sta muovendo i primi passi.

Come è nata la passione per il teatro?

“E’ una passione che è nata col tempo, ho iniziato con la danza a otto anni: anche mia madre ha sempre avuto una vena artistica, è appassionata di pittura e di teatro. Alle feste di compleanno facevo spesso l’animatrice. Al liceo Linguistico Monti di Asti ho cominciato, negli ultimi due anni, a frequentare i corsi di teatro della scuola in collaborazione con l’Arcoscenico. Così ho deciso di seguire anche i corsi proposti direttamente dalla compagnia con gli insegnamenti di Sergio Danzi e così, finito il liceo, sono andata a Milano a frequentare l’Accademia. L’adrenalina e la carica che ti dà salire su un palco è una sensazione unica, mi sento come una luce dentro, è quasi impossibile da spiegare, ma ti dà una soddisfazione enorme e ti ripaga dei grandi sacrifici che bisogna affrontare”.

Quali sono i suoi modelli?

“Io vengo da un piccolo centro di provincia, Canelli, e ho dovuto andarmene per poter studiare ma proprio qui ho un modello vero da seguire: Andrea Bosca, che per me è un idolo e un punto di riferimento. Con me si è dimostrato una persona meravigliosa soprattutto da un punto di vista umano, mi ha dato consigli preziosi, ne sono orgogliosa e cercherò di fare tesoro dei suoi insegnamenti”.

Ci parli dello spettacolo e della sua parte sul palcoscenico.

“Sono stata accolta molto bene, mi sembra di stare in una grande famiglia, sono la più giovane del cast. “1984” racconta di un gruppo di storici che, nel 2050, scoprono il diario del compagno 6709, Winston Smith, scritto appunto nel 1984, anno in cui il mondo è diviso in tre superstati in guerra fra loro: Oceania, Eurasia ed Estasia. L’Oceania, la cui capitale è Londra, è governata dal Grande Fratello, che tutto vede e tutto sa. Tutto è permesso, niente apparentemente è proibito, tranne pensare, amare, divertirsi. Perfino i bambini sono diventati spie e così sono chiamati, si occupano di scoprire gli psico-reati; la guerra è permanente, non importa contro quale nemico e i teleschermi, insieme alle videocamere, controllano tutti. L’attualità dell’opera di Orwell è evidente, oggi siamo controllati e prigionieri degli smartphone e dei social: il Grande Fratello è sempre presente in mezzo a noi e il pericolo delle dittature e dei totalitarismi rimane inalteratoIo interpreto una bambina di sette anni, anche se ne ho 23, non è stato facile entrare nel personaggio, la mia è una parte drammatica in cui accuserò mio padre di aver commesso uno psico-reato e lui sarà “vaporizzato”. Ma non voglio dirvi di più, non voglio privarvi della sorpresa dello spettacolo”.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 26 gennaio 2024

Massimo Allario