“Dobbiamo essere positivi, ora abbiamo il vaccino che è la variabile ottimista”. E di variabili il professor Fabrizio Maggi ne sa visto che a marzo è stato il primo a individuare un’altra tipologia di covid, la tailandese, lui che guida il laboratorio di microbiologia dell’Asst Sette laghi di Varese che per primo ha scovato l’ennesima variante in una paziente anziana gravata già da altre patologia. Il secondo caso al mondo, dopo un viaggiatore di ritorno dall’Egitto in Thailandia. Ora siamo abituati a sentire palare di varianti ogni giorno, dall’inglese, all’Indiana o Delta, fino alla Epsilon.

Professor Maggi ci parli della variante Delta…

“Si tratta di una variante molto più trasmissibile rispetto alle altre emerse, almeno 4-5 volte più trasmissibile rispetto al ceppo originario, quindi anche più di quella inglese. Questo è evidente anche dai dati epidemologici che mostrano come questa variante si replica e si diffonde abbastanza velocemente. In Italia ci sono studi che indicano come la Delta abbia raggiunto il 30-40% dei casi. Rimane comunque prevalente quella inglese (che si attesta sul 50-60% dei casi), poi in percentuale c’è l’indiana (la Delta) e via via tutte le altre”

Ma quindi che previsioni ci sono?

“Esistono degli studi di modellistica statistica che vanno proprio a vedere cosa potrebbe succedere. Un modello europeo ci dimostra che dovremmo aspettarci un aumento dei casi. Questo vista la trasmissibilità della variante Delta combinata all’allentamento delle misure di contenimento. 

E quando accadrebbe?

“Le previsioni parlano di un aumento dei casi osservabile già nel prossimo mese. Ma ci sono anche aspetti positivi…”

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 9 luglio 2021

Stella Palermitani