Il recente aumento dei casi di covid-19, che sembravano destinati a diminuire dopo il picco degli scorsi mesi, ha sollevato molti dubbi in merito alla possibilità di introdurre una quarta vaccinazione e ai possibili rischi legati alle imminenti riaperture e all’arrivo dei profughi dall’Ucraina. 

Stiamo andando incontro a una nuova ondata? I vaccini ci proteggeranno anche dalle nuove forme del virus? Ne abbiamo parlato con il professor Fabrizio Maggi, docente di microbiologia presso l’Università degli Studi dell’Insubria:

Il recente aumento dei contagi può suggerire l’inizio di una nuova ondata?

“Nonostante le somministrazioni delle terze dosi, un aumento dei contagi era previsto, anche se non con tempistiche così brevi. Sicuramente nelle ultime settimane si sono create particolari condizioni che hanno facilitato la diffusione del virus, come la maggiore contagiosità della variante Omicron, la riduzione delle misure di sicurezza e il fatto che una percentuale di popolazione piccola, ma comunque significativa, non sia ancora stata vaccinata”.

In questi giorni si parla molto delle varianti Omicron 2 e 3: quali sono le loro peculiarità?

“Al momento non disponiamo di dati certi sulle varianti 2 e 3, ma probabilmente differiranno da quella attuale solo per poche mutazioni. Non dobbiamo dimenticare che queste nuove forme rientrano sempre nel grande gruppo Omicron, che presenta alcune delle caratteristiche specifiche che abbiamo avuto modo di approfondire in questi mesi. Tra queste, una maggiore infettività a fronte di una ridotta patogenicità, almeno rispetto alle varianti che l’hanno preceduta”.

Ci stiamo avvicinando verso una graduale riapertura delle attività e a un ritorno alla “vita di prima”. Alla luce di questo nuovo aumento dei contagi, ritiene prudente allentare le misure di sicurezza?

“Siamo già molto vicini alla vita di prima, pur mantenendo ancora alcune restrizioni. Chiaramente, non potevamo aspettarci di tornare immediatamente alla normalità. Le nuove varianti sono meno aggressive e hanno un minore impatto sugli ospedali: il fenomeno è tranquillizzante, quindi possiamo permetterci alcune libertà in più. Ci stiamo avviando verso una stagione di convivenza con il virus e, anche tornando alla normalità, credo che continueremo comunque a fare attenzione e ad applicare le norme apprese in questi anni”.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 18 marzo 2021

Alberto Barbirato