Un giovane esordiente alla regia è pronto per stupirci all’Asti film Festival con il suo corto sul mondo carcerario intitolato “Prisoncide”. 

Stiamo parlando di Giulio Ferrari, che vive a Bergamo ma è astigianissimo di origine, infatti appena può trascorre le sue vacanze a Refrancore nella casa dei nonni.

I suoi genitori sono entrambi di Asti: il papà Maurizio Ferrari, caporedattore all’Eco di Bergamo, ha esordito come giornalista proprio alla Gazzetta d’Asti, come lo zio Umberto Ferrari, non a caso critico cinematografico.

Come è nata l’idea del corto? 

“L’idea ci è venuta l’anno scorso come lavoro di gruppo, svolto insieme a Giovanni Falanga (con me alla regia) e Giacomo Garampelli (direttore di fotografia), presentato con la tesi di laurea all’accademia di Belle Arti “Naba” di Milano, dove mi sono laureato lo scorso marzo con il massimo dei voti. Con i miei amici ho deciso di affrontare un tema a forte valenza sociale partendo da uno spunto reale, accaduto in un centro di permanenza per i rimpatri del Sud Italia, dove il barbiere della struttura si è sentito chiedere le lamette da un migrante che stava pianificando il suicidio. 

Di che cosa tratta il corto? 

“Il film racconta uno spaccato di vita in carcere attraverso lo sguardo di Domenico, impersonato dall’attore Vittorio Nastri, un giovane barbiere che ha deciso di andare dietro le sbarre a tagliare i capelli ai detenuti. Lì, dopo i controlli e gli ammonimenti da parte dell’ispettore, interpretato da Mario Nosengo, direttore di Asti Teatro, dialogherà con quattro detenuti, venendo a conoscenza delle loro storie, in particolare l’incontro con il più giovane lo colpirà inaspettatamente e profondamente, e gli segnerà forse, per sempre, il resto della sua vita. Le riprese si sono svolte nel novembre 2022 all’interno dell’ex carcere di Sant’Agata a Bergamo Alta.  Vi invito ad andarlo a vedere per scoprire il sorprendente finale”.

Chi vi ha aiutato nella realizzazione del vostro progetto ? 

“La realizzazione di un film rappresenta una sfida appassionante ma non certo priva di ostacoli e di costi insostenibili, soprattutto per noi studenti. e per questo, a suo tempo, abbiamo aperto una sottoscrizione pubblica “crowdfunding” su una delle piattaforme più importanti. Quello di Asti è il primo festival a cui il cortometraggio è stato iscritto, e di questo ne sono orgoglioso perché la considero la mia città alla pari di Bergamo, dove l’ho iscitto al concorso “Integrazione” solo in questi giorni. Devo ringraziare anche la direttrice del carcere di Bergamo per il supporto che ci ha dato. Sono orgoglioso anche che abbiamo ricevuto il patrocinio del comune di Bergamo (quest’anno capitale europea della cultura con Brescia) grazie all’interessamento del vice-sindaco Sergio Gandi. Personalmente mi hanno fatto molto piacere i complimenti di Beppe Passarino, segretario dell’associazione di volontariato Effatà che tanto si adopera nel carcere di Asti”.

Il corto verrà proiettato domani sera, sabato, a partire dalle 21 in Sala Pastrone

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 1° dicembre 2023

Massimo Allario