Andrea Sasdelli, in arte Giuseppe Giacobazzi, ha conquistato il pubblico con il suo personaggio tipicamente romagnolo. Sarà il protagonista dello spettacolo fuori – abbonamento intitolato “Il pedone. Luci, ombre e colori di una vita qualunque” che aprirà la stagione del Teatro Alfieri, venerdì prossimo 15 ottobre, alle 21.

Nato ad Alfonsine, classe 1963, trasferitosi successivamente a Bologna, ha iniziato la sua esperienza in una piccola radio, prima tappa di una scalata al successo che lo ha condotto al palco di “Zelig” ed a una ricca esperienza sui palchi Italiani. 

E’ un comico “naturale”, dal talento spontaneo ed intuitivo.

Come hai cominciato la tua trentennale carriera?

Tutto è cominciato per caso…una scommessa tra amici ed alla fine siamo ancora qui…

La colpa è stata del mio grande amico, mentore e maestro Maurizio Pagliari in arte Duilio Pizzocchi.

Nel lontano 1984 cominciai a trasmettere in una piccola radio di un paesino della Romagna, abitavo già a Bologna, e cominciammo a fare qualcosa in radio insieme. Lui ebbe l’idea di coinvolgere i suoi amici, poi anche in tv, e pensò di realizzare la parodia del “Maurizio Costanzo Show”. Ero terrorizzato, ma una volta sul palco ho scoperto che poteva funzionare.

Come definiresti la sua comicità… e i tuoi modelli…

Non sono un comico “battutista” ma un raccontatore, che poi i miei racconti siano ironici quello è un altro discorso. Racconto la mia vita che, non essendo diversa da quella degli altri, fa ridere perché la gente ci si riconosce. Venire ai miei spettacoli è come andare dallo psicologo…

Il mio modello è Giuseppe Giacobazzi, la mia coperta di Linus, un romagnolo verace, magari un po’ sborone, è lui il “leitmotiv” della mia carriera, col tempo ha solo cambiato il modo di vestire, prima ero un pagliaccio poi ho incominciato ad indossare abiti normali.

 Mi ha convinto Giobbe Covatta che indossava sempre il saio…poi un giorno se lo è tolto e la gente non se ne è manco accorta.

Parlaci del tuo nuovo spettacolo “Il Pedone”…

Il Pedone nasce, come sempre, da episodi di vita vissuta. Lo spunto è la similitudine che c’è tra la nostra esistenza e i pezzi degli scacchi: noi siamo come i pedoni e viviamo in funzione di colui che deve vincere la partita. È la storia di un gruppo di amici che si ritrova dopo tanti anni per una “mangiata” e si vedrà se si sono evoluti o se sono rimasti i “pedoni” di un tempo.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 6 ottobre 2023

Massimo Allario