È tipico degli artisti faticare a esordire, farsi le ossa su titoli secondari, riuscire a imporsi solo dopo una gavetta più o meno lunga. 

Per Marco Mastrazzo, invece, le porte del fumetto professionale si sono spalancate direttamente su una delle più importanti serie italiane senza nemmeno il bisogno di bussare. È bastato un messaggio e l’avventura è iniziata. Da quel momento le cose si sono sviluppate velocemente, facendo approdare l’artista di Nizza Monferrato sulle copertine dei colossi americani nel giro di pochi anni. È lui stesso a raccontarci com’è andata durante il firmacopie organizzato da Fumetti Store lo scorso venerdì in occasione dell’uscita del nuovo Speciale Dylan Dog, “Il progetto Hicks”, di cui Mastrazzo ha illustrato la copertina.

Tutto è nato tramite Facebook.

“Esatto. Sei anni fa Roberto Recchioni ha visto i miei lavori su Facebook, così mi ha scritto proponendomi di illustrare la copertina dello Speciale Dylan Dog 2017. È stato provvidenziale: mi sono procurato i primi contatti professionali una decina di anni fa tramite l’editor Marvel Celbuski ma, non avendo ancora avuto occasioni lavorative, quando mi ha contatto Roberto stavo pensando di cambiare strada”.

Dopo quella copertina di Dylan Dog cos’è successo?

“Oltre alle copertine dello Speciale Dylan Dog e di Caput Mundi, ho illustrato le cover art per Ferrari, un progetto nato con me e Fabrizio De Tomaso. Nel frattempo ho iniziato a collaborare con alcuni editori americani minori, finché sono arrivate le variant cover per Marvel e DC Comics”.

Passiamo all’aspetto tecnico: qual è il suo metodo di lavoro?

“Lavorando su carta, stendo una base di gesso acrilico e dipingo a olio. Poi, eventualmente, faccio qualche rifinitura in digitale. È un processo molto lungo: per un’illustrazione può essere necessario anche un mese”.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 7 ottobre 2022.

Alberto Gallo