Questi sono stati i primi 20 giorni di Mario Sacco alla presidenza della Fondaazione Crat dopo 15 anni di conduzione-Maggiora. Il presidente ci riceve senza formalismi, da padrone di casa già completamente calato nel ruolo. Chiede senza ironia ma rispettoso dei ruoli se il direttore don Vittorio Croce si vuole sedere sulla sua poltrona (invito gentilmente declinato), poi mostra con orgoglio la stanza che occupera per il prossimo quadriennio anticipando che “non eguaglierò mai la durata del mandato di Maggiora per due motivi: primo, perché lo Statuto non consente di superare gli otto anni; secondo, perché a un certo punto è meglio lasciare questi tipi di incarichi prestigiosi perché a gioco lungo vengono a mancare gli stimoli”. Di presidenze del resto Sacco se ne intende essendo stato a capo della Camera di Commercio, mentre attualmente ricopre la carica di presidente della Confcooperative e del Gal. Cosa rappresenta per lei la Fondazione Crat? “La Fondazione è una grandissima istituzione: ha origini lontane. Rappresenta una delle più importanti istituzioni del territorio. Noi siamo azionisti di riferimento di una banca che negli anni è cresciuta grazie al presidente Aldo Pia e all’amministratore delegato Carlo De Martini. E’ una banca di livello nazionale con radicamento sul territorio. La Fondazione è stata negli anni, per merito del mio precedessore Maggiora, un sistema per la salvaguardia e lo sviluppo del territorio. Sarà questa anche la mia missione”. E’ un punto di arrivo oppure un nuovo inizio? “Mi porto ancora dentro una grande emozione: effettivamente essere alla presidenza di questa istituzione dà una soddisfazione enorme. Io mi sono sempre occupato del sociale sia quando ho cominciato alla Coldiretti, poi con Confcooperative. Credo molto al gioco di squadra e a far rete”. Ha un evento che le piacerebbe portare ad Asti? “Avrei tanti desideri ma non vorrei creare troppe aspettative. Ricordo che per la mia prima Douja avevo invitato Buffon ma è stata dura accontentare tutti negli anni a seguire perché venivano richiesti sempre altri grandi nomi. Preferisco non sbilanciarmi ma semmai sorprendere”. L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 5 agosto 2016.