Il forum della Gazzetta d’Asti ha avuto come protagonista Maurizio Rasero. Il neo sindaco non si è tirato indietro, nemmeno di fronte alle domande più pungenti come il presunto conflitto di interessi con la vice-presidenza della Crat o le sue reali intenzioni su profughi e campi nomadi. Altra sorpresa che gli fa onore, ha rivalutato alcune iniziative del suo predecessore Fabrizio Brignolo, elogiando in particolare l’operato degli assessori Massimo Cotto e Alberto Ghigo. Ne è venuta fuori un’intervista sincera. Per una valutazione veritiera dovremo attendere 5 anni. Parafrasando Franklin Delano Roosevelt, quali sono gli obiettivi dei primi 100 giorni del suo mandato? “Li avevamo dichiarati in campagna elettorale e li abbiamo mantenuti nei primi giorni. Ho avviato una verifica sullo stato finanziario dell’Ente per sapere a che punto siamo, edanche per non avere alibi tra qualche mese. In parallelo, il confronto con i dipendenti. Può cambiare l’amministrazione, ma senza il supporto dei dipendenti non andremo da nessuna parte. In questi giorni ogni assessorato sta lavorando alle priorità che abbiamo indicato, e tra qualche giorno potremo annunciare pubblicamente alla città di cosa ci stiamo occupando”. Non appena è stato eletto, il gruppo di opposizione Movimento 5 Stelle ha messo nel mirino la sua carica di vicepresidente della Cassa di Risparmio di Asti, portando la questione all’attenzione del prefetto. Anche il suo predecessore Brignolo finì sotto attacco perché presente nel cda di Crat. Al di là della previsione della legge, lei ravvisa un conflitto tra le cariche di sindaco e di membro del consiglio di amministrazione di una banca privata? “Non ravviso conflitti. Sono da quattro anni vicepresidente della banca, e non ho visto in tutti questi anni portata davanti al consiglio una pratica che riguardasse il Comune di Asti”. Nello scorso novembre il consiglio comunale approvò all’unanimità un ordine del giorno che impegnava l’amministrazione comunale a superare gli attuali campi nomadi. La sua giunta intende onorare quell’impegno richiesto? “Quell’esatta formula l’abbiamo trasferita nel nostro programma elettorale, con l’accordo di tutte le forze che facevano parte della coalizione. L’assessore competente Andrea Giaccone già in queste settimane se ne occuperà. In campagna elettorale qualcuno prometteva che, se eletto, avrebbe chiuso i campi nomadi nei primi 100 secondi del mandato. Bisogna essere seri, e pensare che un problema simile non lo si risolve probabilmente nemmeno nei primi 100 giorni. Sono coinvolte persone, alcune delle quali con bambini piccoli. Su questa situazione vogliamo chiedere il rispetto delle regole, così come vengono chieste agli altri cittadini. Come prevedeva quell’ordine del giorno, abbiamo intenzione di arrivare a soluzioni diverse rispetto alle attuali”. L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 14 luglio 2017