Il nostro viaggio per scoprire e conoscere gli artisti del mondo culturale astigiano, non poteva non fare tappa ad Asti in quel di via Calosso, nella “nobile” sede della casa editrice Letteratura Alternativa. Ad accoglierci è il co-fondare Pablo Touissant che, insieme alla compagna Romina Tondo, ha dato vita a questa piccola grande realtà che, con tantissime iniziative, nonostante il covid, continua impeterrita a promuovere nuovi autori locali e non, che vogliono cimentarsi con l’arte della scrittura.

Quando è nata l’idea di Letteratura Alternativa?
“Letteratura Alternativa è nata nel luglio del 2016 ed è stata fondata da Romina Tondo, la mia compagna, dopo una lunga gavetta come referente di collana in altre case editrici e un’illuminante genialità come imprenditrice. Un anno dopo ne sono entrato a far parte, provenendo da un altro gruppo editoriale. I progetti che erano in embrione credo che fusi insieme siano esplosi e abbiano trovato una connotazione a 360 gradi, modificandone le strategie e mettendo in cascina nuove e originali idee. Abbiamo continuato a operare su tutto il territorio nazionale, ma con un occhio attento al territorio astigiano, tanto da aprire una sede prestigiosa in via Calosso”.

Esiste un “fil rouge” nella scelta degli autori?
“La casa editrice ha molte collane-laboratori che si occupano di molteplici generi e sottogeneri, soprattutto amiamo dare spazio alla sperimentazione letteraria. La scelta degli autori, sia emergenti sia professionisti o, addirittura, esordienti è mirata alla qualità dei testi e alla personalità dei messaggi trattati. Pertanto, possiamo dire che se esiste un “fil rouge”, beh, quello è legato alla peculiarità e all’originalità dei manoscritti. Nei tempi odierni troppi scrivono e pochi, davvero pochi, leggono. Noi non vogliamo contribuire a inquinare ulteriormente la letteratura contemporanea, pertanto chi pubblica con noi è certamente differente. Ecco, a lui vogliamo dare una “chance””.

Quali di questi per voi è stata una sorpresa, un’autentica rivelazione?
“Tutti i testi li editiamo con cura e con incessante ricerca; magari ognuno di noi, perché negarlo, ne preferisce qualcuno a qualcun altro, ma tutti sono meritevoli di attenzione. Del resto, le rivelazioni, oggi, hanno solo due vie da percorrere: buone vendite o buona fattura. Ma, diciamo, che le vendite le mettiamo al secondo posto se anche l’autore ci mette il cuore e il sudore per fare del suo e non fa vittimismo. L’editore fa il macro (distribuzione, fiere, librerie), all’autore tocca il micro (promuoversi ed essere orgoglioso del proprio operato): siamo contrari a chi si siede sugli allori, ancor prima di aver dimostrato quanto vale. E questa regola vale, “in primis”, per me che sono anche uno scrittore”.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 15 gennaio 2021

Massimo Allario