Il Centro di Studi Alfieriani nato nel 2004 dal precedente Centro nazionale di Studi alfieriani creato nel 1937, non ha avuto vita facile negli ultimi anni, con il commissariamento nel 2020. Sembrava però che con il risanamento economico e le nuove nomine definite a gennaio la situazione si fosse equilibrata.
Paride Candelaresi, in qualità di membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione e di assessore alla Cultura del Comune di Asti, come giudica la situazione creatasi tra il presidente Mattioda e la direttrice Forno?
“Non è semplice discutere di questa vicenda perché, di fatto, non ho molti elementi a riguardo. Avevo sentito alcune voci di corridoio nei giorni scorsi, ma niente di ufficiale o che potesse farmi pensare a una situazione simile, finché pochi giorni fa ho ricevuto una mail dalla stessa Carla Forno che mi comunicava la sua impossibilità a proseguire con le attività inerenti al Centro poiché sollevata dall’incarico”.
Quindi il CdA non era a conoscenza della decisione presa dal presidente.
“Assolutamente no, perlomeno non io. Né come membro del CdA né come assessore alla Cultura ho mai avuto comunicazioni ufficiali, fino all’arrivo della mail di cui parlavo”.
Ha avuto modo di sentire le parti in causa, Enrico Mattioda e Carla Forno?
“Non ancora. Ma ho ricevuto una richiesta di incontro da parte del presidente Mattioda che fisserò a breve e mi auguro anche che venga quanto prima convocato un CdA per discutere di questa situazione che in qualche modo deve essere risolta”.
L’intervista completa e altri approfondimenti sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 29 novembre 2024
Laura Avidano