Prima allievo alla Scuola di Fumetto di Asti, poi collaboratore fisso per oltre 15 anni. L’alessandrino Renato Riccio è stato probabilmente il braccio destro più fedele di Luigi Piccatto, quello rimasto a suo fianco fino all’ultimo, fino al 14 marzo di un anno fa quando lo storico disegnatore di Dylan Dog se n’è andato improvvisamente. Riccio (e Piccatto) sono tornati in edicola su Dylan Dog Old Boy 23 con “Al di là delle stelle”, una storia con un valore più profondo del solito.

Perché questo episodio è speciale?

“È l’ultima storia che ho disegnato con Luigi. Quando lui è scomparso ne avevamo realizzata circa metà, la parte mancante l’ho proseguita da solo. Sono contento che la Bonelli mi abbia dato l’opportunità di concluderla. Resta ancora da pubblicare una storia realizzata insieme, ma è precedente a questa”.

È stato complicato proseguire la lavorazione da solo dopo tanti anni in studio insieme?

“Sì, perché volevo mantenere uno stile omogeneo con la prima parte della storia. E poi mi sono trovato a dover riorganizzare il lavoro occupandomi di fasi che in studio non seguivo: i personaggi principali, ad esempio, erano un’esclusiva di Luigi. Bisogna considerare anche la difficoltà psicologica legata al momento della sua scomparsa”.

Sul piano artistico quale pensa sia stata la caratteristica migliore di Piccatto?

“Sicuramente la visione dei chiaroscuri e delle atmosfere, aveva un uso dei neri e delle ombre eccezionale. Entrare in quel tipo di visione non è facile: serve tempo, ma per quanto ti avvicini, non la raggiungi mai completamente”.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 15 marzo 2024

Alberto Gallo