Domani sera sul palco del teatro Alfieri saliranno i Subsonica per uno dei concerti più attesi della stagione. L’evento ha fatto registrare il tutto esaurito fin dal primo giorno di prevendita, con fans che arriveranno da tutto il nord Italia per la data zero di un tour che vede per la prima volta la band torinese, famosa per il suo potente sound che mischia rock ed elettronica, presentarsi in veste acustica. Abbiamo parlato di questo nuovo progetto con il cantante Samuel.
Come nasce l’idea di fare un tour “unplugged”?
“La nostra può sembrare una scelta strana, ma avevamo voglia di ritrovare l’essenza delle nostre canzoni, che nascono al pianoforte o alla chitarra per venire poi vestite di strati di suoni. Ci entusiasma l’idea di poterle presentare al pubblico nella loro forma essenziale, e raccontare anche la loro genesi tramite aneddoti e curiosità. È capitato di sperimentare questa formula in eventi speciali e in programmi televisivi, e abbiamo visto che ci appassionava. Da qui la decisione di fare un tour nei teatri”.
Come avete scelto i brani da inserire in scaletta?
“Di solito noi litighiamo spesso, su tutto (ride, ndr), perché siamo cinque individui con caratteri molto forti e idee molto precise su come vogliamo presentare la nostra musica. Devo dire che questa volta è stato abbastanza semplice accordarci su cosa suonare, anche perché ci sono delle canzoni che si prestano meglio di altre ad essere proposte in maniera acustica. Non mancheranno le tracce dell’ultimo album “Eden”, cavalli di battaglia come “Aurora sogna” e “Disco labirinto”, ed anche alcune chicche e brani nascosti che non abbiamo mai suonato in concerto. Ci siamo divertiti molto a preparare questo live e svelare un aspetto della nostra musica che prima avevamo quasi paura a mostrare”.
Voi che siete abituati a suonare in palasport e piazze,che tipo di pubblico vi
aspettate in teatro?

“Come diciamo sempre, il pubblico è il sesto elemento dei Subsonica, quello che permette di far scoccare la scintilla, di mettere in moto il meccanismo. Questo è un tipo di concerto molto diverso da quelli che di solito proponiamo, richiede un po’ più di attenzione, e quindi chiediamo al nostro pubblico di collaborare con noi nel creare atmosfera giusta”.
Troverete l’intervista integrale nel numero della Gazzetta d’Asti in edicola da domani.
Alexander Macinante