Il personaggio della settimana è un’artista a tutto tondo, che ha quasi timore di farlo sapere, con l’umiltà e i timori di chi sta per debuttare come scrittrice: Silvia Perosino. Siamo curiosi di conoscere il suo libro intitolato “Colline di Carta” (Ed. I Marchesi del Monferrato e Ed. Langhe Roero e Monferrato).

Come è nata la passione per la scrittura, lei che è un’artista poliedrica, con diverse passioni…

“Non mi sento una scrittrice, per intenderci. Scrivere, come recitare o disegnare, fa semplicemente parte della mia predisposizione a raccontare storie. Ho avuto la fortuna di vivere, erano i primi anni Duemila, quelli che forse sono stati gli anni d’oro dei blog; nella mia “bolla” ho avuto modo di conoscere amici che scrivevano con l’urgenza di scrivere perché si vedevano nel futuro scrittori o giornalisti. Qualche anno fa poi ho iniziato a collaborare con una web tv locale, e ho ricominciato scrivere curando gli articoli del loro sito. Sono poi passata alla stesura dei testi per un blog anch’esso incentrato sul Piemonte, e infine sono approdata a scrivere alcuni “pezzi” per il bollettino dell’associazione culturale “I Marchesi del Monferrato”, per la quale ora curo i contenuti del sito e la grafica degli eventi”.

Ci parli di “Colline di Carta”: di cosa si tratta?

“È il risultato della commistione fra due mie grandi passioni: quella antica per la lettura e quella, relativamente più recente per i luoghi che ho sempre chiamato casa. Da qui il titolo “Colline di Carta” perché ho cercato di scrivere di un territorio prendendo il via da spunti letterari. Non una guida turistica quanto più una personale mappa emozionale, e un invito alla lettura, in generale, ma in special modo dei libri che ho citato nel corso di questo “petit tour” e che mi hanno fornito lo spunto per uscire di casa e guardarmi tutto intorno con occhi più attenti. Il libro concretamente nasce dallo sforzo congiunto di due realtà editoriali, quella del Circolo “I Marchesi del Monferrato” per il rischio imprenditoriale e di Edizioni Langhe Roero Monferrato per il supporto organizzativo”.

Il libro è anche autobiografico e ha legami con il nostro territorio?

“Autobiografico per forza di cose, essendo la restituzione personalissima di esperienze vissute in prima persona. A tratti ho come l’impressione di essere una sorta di Alice che cerca di raccontare il Paese delle Meraviglie.

I legami con il territorio quindi non solo esistono, ma sono il presupposto senza il quale “Colline di carta” non esisterebbe; legame che per altro è sancito in parte anche dal patrocinio concesso al volume da parte di Regione Piemonte, Provincia di Alessandria, Asti, Cuneo e dall’Associazione I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato.

Dal punto di vista dei contenuti, il volume si articola in sei capitoli dedicati ad altrettante storie nelle quali mi ritrovo a parlare di letture, di territorio, di paesaggio, di artisti. Un piccolo viaggio che copre l’arco di tutte le stagioni, parte in inverno per concludersi a Natale; che cerca di esplorare le diverse sfumature di questa porzione di Piemonte: ho iniziato con l’addentrarmi nel Roero, poi mi sono inerpicata in Alta Langa, ho attraversato gran parte del Monferrato, Alto, Basso, Astigiano fino a quello Casalese, cuore dell’antico Marchesato”. 

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 26 maggio 2023

Massimo Allario