Michele Buoninconti davanti alla cameretta dei figliSono riprese questa mattina le ricerche di Elena Ceste a quattro settimane dalla sua scomparsa. Vigili del fuoco e volontari stanno setacciando le campagne intorno a Motta di Costigliole dove la donna, 37 anni, casalinga e madre di quattro figli, abita con il marito Michele Buoninconti, vigile del fuoco ad Alba. Proprio fuori dalla sua casa in mattoni rossi, in strada San Pancrazio è stata vista per l’ultima volta, alle 8.15, da una vicina di casa che stava accompagnando i figli a scuola. Da allora Elena si è come volatilizzata e la sua famiglia non riesce a darsi pace. Abbiamo incontrato Michele, che ci ha aperto le porte della sua abitazione e anche del suo privato, raccontandoci di Elena, moglie ma soprattutto mamma, dei figli e di come da quasi un mese cercano di andare avanti, aggrappandosi l’uno all’altro e alla speranza di poter presto rivederla. “I miei figli hanno una grande forza e la danno a me. Li ammiro tantissimo. Mercoledì dopo la veglia di preghiera a Santa Margherita hanno chiesto loro “E Voi cosa dite?” Hanno risposto “mamma torna” e so che la pensano davvero tutti e quattro così…. Prego tanto e prego perché Elena sia viva“. Michele ci fa vedere i disegni che la figlia più piccola, 5 anni, ha appeso sulla porta della cameretta: “Ogni giorno fa un disegno per la sua mamma. Qui ha disegnato Elena, poi ha fatto un biglietto a forma di cuore con mamma e papà, un altro per San Valentino. Adesso si è un po’ stufata, ma questo è il suo modo per aspettarla. Ogni sera le racconto la storia di come io e Elena ci siamo conosciuti, 18 anni fa, il 15 maggio del 1996”. Si ricorda bene quella data Michele e racconta anche a noi di quell’amore nato quando lui lavorava a Torino, dove allora Elena viveva. Al tempo Michele non era ancora entrato nei pompieri ed era un’autista di bus, poi è stato trasferito a Firenze, Napoli e infine a Roma per i corsi da vigile del fuoco. Elena andava a trovarlo ogni volta che poteva: “Erano più le volte che veniva lei a trovare me, che il contrario; appena poteva, mi raggiungeva per un fine settimana insieme. Per un certo periodo il nostro è stato un amore a distanza”. Una volta sposati, i Buoninconti si sono trasferiti a Govone e, circa 10 anni fa, a Motta. La nascita e l’educazione dei quattro figli ha assorbito completamente il tempo della coppia e soprattutto della giovane mamma: “Tirare avanti in sei, e con uno stipendio solo, non è stato facile. Poi nel mio lavoro ci sono anche i turni notturni ed Elena ha dovuto accollarsi tutto, è una mamma dolce, buona e farebbe di tutto per i suoi figli”. L’uomo ha anche ricordato quell’ultima notte prima del 24 gennaio, quando la moglie, agitata, gli ha raccontato di aver paura che qualcuno poesse fare male ai suoi bambini. Con le parole, con le azioni. La mattina della scomparsa avrebbe addirittura insistito perché il marito non portasse i bambini a scuola, per timore che qualcuno li controllasse. Secondo il racconto fatto da Michele Elena ja confessato di aver ricevuto attenzioni e pressioni da due uomini, un amico di famiglia di Costigliole e un ex compagno di classe delle elementari, con cui aveva ripreso i contatti l’anno scorso: “Non permettere che mi portino via”, avrebbe detto queste parole al marito, durante quelle ore drammatiche e agitate. E poi: “Sento delle voci in testa che non mi lasciano stare, dicono che sono una cattiva mamma. Per una debolezza che ho avuto”. Ma a cosa si riferiva Elena? Michele dice che quella notte Elena gli avrebbe ripetuto più volte, in preda all’agitazione, di aver commesso uno sbaglio e di venire ricattata per questo. Con un video o con un fotomontaggio: “Elena aveva paura di non essere una buona madre e non una buona moglie”. Aggiunge ancora che quella sera stentava a riconoscerla, tanto era scossa: “So che lei non può aver fatto nulla di male, vuole troppo bene ai suoi bambini. Siamo tanto religiosi e devoti. Lei sapeva bene che il tradimento è peccato e non avrebbe mai fatto niente di male”. Ma in quella notte di confessioni e malessere cosa può essere scattato nella mente della giovane donna? Si è forse allontanata per paura di una reazione del marito? Oppure è stata attirata da qualcuno? “Le avevo detto che la portavo dal medico, ma forse le ho dato l’impressione di non prenderla sul serio. Sono stato ad ascoltarla tutta la notte, eppure ancora oggi non so capacitarmi di quello che diceva, stentavo a riconoscerla. So solo che mia moglie mai avrebbe lasciato così la sua casa, la sua vita. Non so spiegarmelo. Passo il tempo a pensare a tante cose: se fosse andata via da sola perché lasciarmi i vestiti, gli occhiali e la borsa qui? Qualcuno avrebbe dovuto vederla se si fosse incamminata, all’incrocio e anche verso Santa Margherita ci sono dei cani che abbaiano sempre”. Michele si pone tante domande. Pensa a cosa potrebbe aver pensato sua moglie. Sarebbe stata in grado di organizzare una fuga? “Si era appassionata a quella fiction di Raiuno “Una grande famiglia”, (dove il protagonista, Alessandro Gassman, inscena la sua scomparsa per fuggire ai creditori ndr) ma noi non avevamo fatto investimenti azzardati come quel signore. Forse potrebbe aver preso spunto, ma credo che una volta che si è resa conto di tutto questo trambusto, avrebbe fatto almeno una telefonata per dirci che è viva, sta bene e di non preoccuparci”. L’uomo e il vigile del fuoco sanno bene che tutte le ipotesi sono aperte, anche le peggiori. Sono trascorsi molti giorni e bisogna prepararsi anche al peggio: “Ogni tanto faccio un giro dietro la casa, nei boschi: se c’è uno scatolone abbandonato ci guardo dentro. Non riesco a darmi pace, voglio ritrovarla. Prego perché sia viva”. Altro servizio sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 21 febbraio 2014. Martina Tartaglino